La quattordicesima edizione del Biografilm Festival-International Celebration Of Lives  di Bologna si è aperta veramente con grande sfarzo nella location dell’Unipol Auditorium.
Alla presenza del direttore Andrea Romeo e dell’assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna Massimo Mezzetti sono stati presentati i temi e la Giuria Internazionale di quest’anno compresi tutti gli appuntamenti e gli eventi speciali che potete trovare nel Programma festivaliero.
Madrina eccezionale per l’occasione è stata l’attrice e cantante francese Camèlia Jordana, protagonista del film d’apertura Le Brio del regista Yvan Attal.

Già dal titolo si può intuire quale sia il tema di questo film che si insinua nel solco di quella che ormai è diventata una vera e propria tradizione, quella della commedia sociale francese. Un genere particolare esploso nel 2011 con il film Quasi amici, pellicola che, in un certo senso, può essere paragonabile a questa. Anche in questo caso, infatti, si ha un incontro-scontro tra personaggi provenienti da due estrazioni sociali molto diverse: l’anziano professore universitario Pierre Mazard (Daniel Auteuil) e la studentessa Neila Salah (Camèlia Jordana) proveniente dalle banlieue parigine.
La parola francese brio ricalca esattamente il significato italiano del termine e indica la spigliatezza e la naturalezza nel parlato, importante soprattutto nell’arte della retorica e dell’oratoria forense, materia principale d’insegnamento di Pierre e ambito in cui la giovane Neila spera, un giorno, di fare carriera.

Purtroppo il primo giorno di lezione non è dei migliori per Neila: a causa di un ritardo si becca una severa ramanzina davanti a tutti proprio dal professor Mazard, il quale comincia un acceso dibattito con lei venato da battute a sfondo razziale che diventano subito virali sul web. Il direttore dell’Università non è contento della cattiva pubblicità che ne deriva, quindi obbliga Mazard a iscrivere Neila a un’importante gara di retorica tra Università e a prepararla al meglio per vincere la competizione. In questo modo la cattiva fama dell’Istituto (da tempo visto come “di destra” e “razzista”) verrà riabilitata.
Così tra i due personaggi, lontani anni luce come età e mentalità, incomincia una lunga e difficile convivenza tra le aule dell’università per prepararsi a questo importante evento.

Se lo spunto per la trama è abbastanza classico e fortemente orientato verso un certo tipo di storie di formazione dal gusto tipicamente americano (compresa la gara di retorica che fa molto College statunitense) l’ambientazine fortemente francese e i riferimenti culturali (compresa una lunga seire di interviste a famosi retorici francesi realmente esistiti, grazie all’uso del found footage) compresa la risoluzione finale, non possono che essere prettamente europei e specificatamente francofoni.

La comicità è tutta basata su un intenso e continuo scambio di battute e giochi di parole, quasi una sorta di continuo dibattito a due in cui campeggiano i due co-protagonisti della pellicola.

Si è trattato di una grande responsabilità per me e una palestra continua, era come essere sempre dentro una masterclass di recitazione, è stata veramente una grande esperienza per me confrontarmi con un regista e un attore (Auteuil) di così grande spessore ed esperienza; pensate che il primo incontro tra i due personaggi è stato quasi tutto improvvisato da me e Daniel, molte battute non c’erano nella sceneggiatura originale“, sono le parole con cui Camèlia Jordana ha introdotto il film, qui alla sua prima prova attoriale da protagonista (suo anche il ruolo principale femminile nel film campione d’incassi francese di quest’anno Cherchez la femme-Due sotto il burqa).

E, in effetti, tenere testa ai ragionamenti al di fuori del politically correct e al fare cinico del professor Mazard non sarà certo facile per la giovane Neila, così come per l’attrice emergente Camèlia Jordana non sarà stato facile entrare nei ritmi così serrati e precisi del film di Attal.

Il film lascia comunque un messaggi odi flebile speranza per una reciproca comprensione tra le due personalità così agli antipodi l’una con l’altra (ma non aspettatevi nessun happy ending, almeno non nel senso classico del termine). Si tratta di una commedia piacevole, di facile scorrevolezza, ma è anche un film capace, in alcuni momenti, di emozionare e far riflettere.

Un film “brioso” dunque (come già il titolo lascia supporre) che fa riflettere sul potere che hanno (o che possono avere) le parole nella vita di tutti i giorni.

L’attore francese Daniel Auteuil in una scena del film Le Brio-su gentile concessione di Ufficio Stampa Biografilm festival

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