David Magee non è molto noto al grande pubblico ma nel suo curriculum ci sono film che hanno affinità con lo stile di Mary Poppins. Ha sceneggiato Neverland – Un sogno per la vita (Finding Neverland, 2004, Marc Forster), pellicola biografica sullo scrittore britannico autore del celebre Peter Pan, James Matthew Barrie. Quel film, seppur una classica storia biografica lineare, era il giusto mix tra realtà e finzione, con riferimenti evocativi e fantasiosi al celebre romanzo fantasy. Il film ebbe molto successo e fece ottenere a Megge una nomination agli Oscar del 2005 come Miglior sceneggiatura non originale. Il suo lavoro successivo è forse il più significativo, seppur anonimo in Italia in quanto il film uscì solo in home video, Miss Pettygrew, in quanto ha per protagonista una tata ed è ambientato a Londra (seppur post Seconda Guerra Mondiale). Il film condivide alcune tematiche con Mary Poppins (la società britannica, la tata che aiuta e stravolge la vita della protagonista in difficoltà) anche se è orientato su un pubblico per adulti ed è principalmente una commedia con alcuni spunti musicali. Miss Pettygrew fu stroncato sonoramente dal pubblico e accolto tiepidamente dalla critica.

Dopo il fiasco di Miss Pettygrew, nel 2010, David Magee viene assunto per scrivere l’adattamento cinematografico di Vita di Pi (Life of Pi, 2012, Ang Lee) dall’omonimo romanzo di Yann Martel. Considerato da tutti come “non adattabile per il cinema”, grazie allo strepitoso uso del 3D e alla regia sapiente e abile di Ang Lee, il film è diventato un piccolo cult. Magee ha fornito un enorme contributo nel snellire l’opera letteraria e di aver confezionato una sceneggiatura che si destreggia bene tra realtà e finzione. Difatti, Vita di Pi tratta del contrasto tra questi due elementi e di ciò che è realtà e fantasia.  Un film quasi filosofico che fu riscritto da Magee (fu l’ultimo autore a mettere mano allo script e, nei titoli, l’unico accreditato).

Alla fine, ne Il ritorno di Mary Poppins emerge il percorso filmico di Magee in quanto l’opera presenta numerosi elementi discorsivi simili alle sue precedenti pellicole. Difatti, il sequel è una narrazione lineare e classica che si spiana su un racconto che gioca tra realtà e finzione e sull’evasione in mondi fantastici e colorati per far emergere la verità.

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