Finalmente ritorna l’MCU Marvel! Sembra quasi un ritorno alla normalità con l’uscita mondiale di un film attesissimo al cinema! Dopo essere stato posticipato più volte a causa della pandemia in corso, esce finalmente in sala (e su Disney+ con Primer Access a 30€), Black Widow. Il film è diretto da Cate Shortland e vede il ritorno di Scarlet Johansson nei panni della protagonista.

Il lungometraggio è l’ottava apparizione della Vedova Nera che debuttò per la prima volta in Iron Man 2. Con il tempo, il personaggio è cresciuto ed è diventato uno dei più amati dai fan ed ha raggiunto il suo climax massimo nel mega crossover, Avengers: Endgame. Per molti anni, in sostanza, è stata la prima eroina dell’universo Marvel, ma a parte il ruolo di co-protagonista, non ha mai avuto una pellicola tutta sua.

Film attesissimo che inaugura la fase 4 (a livello cinematografico) dell’MCU ed è particolare perché nella timeline si svolge tra gli eventi di Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War. Visto che il personaggio si conosce, la storia di Black Widow è strutturata come se fosse un sequel, in cui vediamo riaffiorare il passato di Natasha Romanoff.

La storia si connette sin dalle prime battute con Civil War in coi troviamo Nat scappare dal Generale Ross dopo lo scisma dei Vendicatori. Lei da abile spia scappa in modo brillante e spera di passare il suo tempo da “esiliata” in modo tranquillo. Tuttavia, la sua tranquilla vita isolata viene messo in subbuglio quando gli arriva un misterioso pacco con delle fiale che gli sono state spedite da “sua sorella”.

La spia che venne dal freddo

La pellicola ci mostra la prima famiglia di Natasha Romanoff, quando era un’allieva spia della rete russa della Stanza Rossa. Nat, da piccola, nel 1995, aveva una famiglia fittizia composta di spie che era sotto copertura in Ohio: Melina, Red Guardian e sua sorella minore Ylenia. Hanno passato tre anni di vita insieme e si sono goduti quel tempo come se fossero una vera famiglia. Purtroppo, quell’avventura si è conclusa in mano modo e Nat e gli altri non si sono più rivisti per oltre vent’anni.

Il film quindi riporta in auge la Guerra Fredda con i Sovietici a far da cattivi in quanto possiedono un’efficiente e temuta rete di spie donna comandata da un generale russo che le addestra nel suo quartier generale segreto, la Stanza Rossa. L’atmosfera è tipica dei lungometraggi spie dei conflitti bellici della guerra fredda con forti richiami alle serie tv cult The Americans. Ma non solo, la sequenza iniziale, dopo la scena ambientata nel 1995, è un forte richiamo alla serie filmica di James Bond.

Quindi in questo lungometraggio apprendiamo la genesi della spia russa diventata poi Avenger. Scopriamo come fa ad essere così brava e da chi ha imparato tutte le sue mosse. Del suo torbido e oscuro passato si sapeva, ma qua ci addentriamo all’organizzazione originaria che ha dato vita al tutto. In un precedente film, Cliff Burton accennava ad un evento drammatico significativo che ha sconvolto e segnato la vita di Nat che si è svolto a Budapest. Black Widow spiega cos’è successo in quell’episodio e il perché è così importante per l’arco narrativo del personaggio di Vedova Nera. 

Tuttavia, Natasha non è solo una spia, ma è un’eroina, un Avengers. Un simbolo noto in tutto il mondo. Questo aspetto è importante per la costruzione del suo rapporto con la “sorellina” spia, Ylenia.

Una famiglia super

Prima dei Vendicatori, Natasha ha avuto un’altra famiglia fittizia. Le dinamiche di questa finta famiglia vengono rese in maniera bizzarra e con personaggi impostati come se fossero delle macchiette, dei caratteristi. Sfaccettati in maniera semplice con legami sviluppati in maniera discutibile. Essendo molto diversi tra loro, si amalgamano bene e generano quel giusto humor e divertimento, ma oltre a ciò non c’è nulla di tridimensionale o particolare nella loro costruzione.

Red Guardian è una sorta di Capitan America russo. Un super soldato grezzo, stupidotto, tutto forza e niente cervello. Dopo la missione del 1995, viene rinchiuso in una prigione in Siberia e vive con il complesso di inferiorità/gelosia nei confronti nella sua famosa controparte Usa. Ha uno strano rapporto con le sue due “figliocce”. È contento che siano diventate due abili…spie/assassine e che servano la loro grande madrepatria.

 

Melina ha il ruolo di madre ma è anche una brillante scienziata a capo di un settore di ricerca della Stanza Rossa. È stata anche lei una Vedova Nera e ha un addestramento militare. Intelligente, sveglia e malinconica in quanto bloccata e costretta a collaborare alla Stanza Rossa.

Quei tre anni sotto copertura in Ohio l’hanno segnata profondamente ed è rimasta affezionata alle sue due figlie adottive. La sua caratterizzazione è curata in maniera superficiale e non ha un percorso omogeneo e uniforme. Viene costruita come se fosse una mamma adottiva a cui le vengono strappate le figlie e che, costretta con la forza a collaborare con i cattivi, medita vendetta. 

Ylenia è quella che ha un percorso di crescita più fluido e omogeneo all’interno del film. Sorellina fragile di Natasha, ha sempre mantenuto un ricordo felice dell’esperienza in Ohio.  

Ha seguito la carriera di Nat nelle fila degli avangers e la rimprovera di essere diventata più un eroina che una spia (con tanto di pose e mosse “fiche”).

Nonostante sia stata addestrata dalla Stanza Rossa, il suo personaggio presenta delle sfumature di debolezza ed è destinata a succedere a sua sorella nel ruolo di Vedova Nera. Fragile, positiva, energica e dall’ampio potenziale. I bisticci tra le due sorelle sono uno dei punti di forza del film.

 

 

 

Il canto del cigno

Il film sarà probabilmente l’ultimo che mostrerà Scarlet Johansson nei panni dell’eroina ed è un peccato che questo lungometraggio sia arrivato dopo il nobile sacrificio in Endgame. Produrlo e proiettarlo prima del crossover avrebbe aumentato notevolmente la carica emotiva. In questo caso, la pellicola sembra un film di raccordo per progetti futuri, da introduzione per alcuni personaggi che saranno chiave nel futuro dell’MCU. Nulla di più.

Black Widow si rivela altalenante, costruito in maniera superficiale e grossolana; con personaggi secondari divertenti, ma poco caratterizzati. I legami sono sì semplici ma troppo per sfaccettare la complessità dei loro rapporti. Il film si concentra sull’azione frenetica e vuole connettere tutto la storia in maniera forzata (come la storyline sul villain TaskMaster) senza portare avanti degli archi narrativi costruiti in maniera organica.

Il personaggio di Natasha viene celebrato in una maniera troppo vistosa e alcuni passaggi della pellicola non sono chiari e comprensibili. Confusionari. Nat si conferma affascinante e carismatica, ma il film non aggiunge nulla alla sua caratterizzazione, al suo arco narrativo personale. Anzi, il tutto sembra forzato e incastrato solo per portare avanti alcune dinamiche di universo condiviso. Non è sempre necessario offrire un backgraund ad un personaggio amato e costruito per il “non detto”. Forse è meglio lasciare spazio all’immaginazione piuttosto che confezionare un film che aggiunge ben poco.

Pecca che non ha un villain solido in grado di dare spessore al film. Banale e gestito in maniera imbarazzante. Funziona solo grazie alle dinamiche che si creano nella famiglia fittizia. In particolare funziona molto bene il legame Ylenia-Natasha che si rivela il cuore pulsante dell’intero film.

Non è un brutto film; gli ultimi progetti dei Marvel Studios sono puro intrattenimento ma a fine visione lasciano poco e se ci si ferma un attimo, non dicono nulla e servono solo come raccordo per l’MCU. Contano i riferimenti, le citazioni, i collegamenti, ma come film stanno virando sulla mediocrità.

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