THE TRIAL OF THE CHICAGO 7 (L to R) SACHA BARON COHEN as Abbie Hoffman, JEREMY STRONG as Jerry Rubin in THE TRIAL OF THE CHICAGO 7. Cr. NIKO TAVERNISE/NETFLIX © 2020

La pandemia ha costretto molti lungometraggi a debuttare sulle piattaforme streaming per garantire una fruizione globale in totale sicurezza. Da Netflix fino ad Amazon, molti streamer si sono aggiudicati prodotti destinati originariamente per il grande schermo. Alla lunga lista di titoli che fanno parte di questa categoria si aggiunge l’atteso film di Aaron Sorkin, Il processo ai Chicago 7, pellicola che ha debuttato il 16 ottobre su Netflix. Molti cinefili incalliti storceranno il naso sull’uscita in quanto si tratta di un’opera molto attesa e dal cast importante. Inoltre, post visione, anche noi confermiamo che il prodotto è uno dei film più belli di questa travagliata stagione cinematografica. Un peccato perché avrebbe meritato una distribuzione in sala.

1968, un gruppo di attivisti protesta contro la Guerra del Vietnam in occasione della convention del partito democratico che si tiene a Chicago. Durante questa manifestazione, avvengono dei pesanti sconti tra la polizia e i manifestanti con numerosi feriti e arresti. Poco dopo, per fini politici, viene creato un enorme buzz mediatico su un processo farsa che serve per destabilizzare le persone contrarie alla Guerra del Vietnam. Al processo, vengono citati in giudizio i “capi” dei manifestanti, sette persone. A livello storico, questo caso è diventato celebre ed è stato ribattezzato “il processo dei Chicaco 7”

La pellicola è molto intricata e per chi non conosce la storia del periodo e la vicenda, la trama può rivelarsi ostica da seguire poiché il film ha un ritmo serrato e alternato, in cui il cuore della vicenda viene svelato alla fine. Non vengono forniti punti di riferimenti didascalici iniziali e perciò si rischia di rimanere inceppati, di perdere qualche passaggio. Questo infatti è l’unico punto debole del film che, a volte, è troppo veloce e non permette agli spettatori di incastrare “i puzzle” narrativi, conoscere i vari personaggi e apprezzare gli intrecci, oltre che i passaggi storici. Il processo ai Chicago 7 parte subito in quinta in cui assistiamo i capi della manifestazione che si stanno preparando al processo. Successivamente, la storia si concentra interamente sul lungo processo dove in due ore viene condensato il tutto. Spesso, mischia filmati reali degli scontri per accentuare la presa emotiva e per mostrare l’orrore avvenuto in quel fatidico evento storico.

Il lungometraggio è un condensato di cinema americano, una pellicola che simboleggia genuini valori come la libertà, l’uguaglianza e la lotta contro l’ingiustizia. Elementi che tanto piacciono agli USA che sono resi molto bene nella pellicola che scoperchia un evento storico per mostrare un’ingiustizia, una farsa. Una lotta contro i poteri forti dove le viene mostrata la potenza delle persone che, manifestando, possono fare la differenza e cambiare il mondo. Sacrificando sé stessi per il bene del mondo, della loro patria e combattono contro le ingiustizie del governo. Il classico archetipo di Davide contro Golia, cittadini che si mettono contro il governo perché quest’ultimo sta commettendo un’ingiustizia (guerra)ed è responsabilità del popolo, manifestare, alzare la voce, per far presente al proprio stato di tale errore. Il film è pertanto un resoconto ben scandagliato e ritmato dell’evento storico, senza prendere posizione. Si limita a narrare, a raccontare la vicenda in maniera distaccata, sebbene sia in toto un lungometraggio politico che esce in prossimità delle elezioni statunitensi. Non vengono forniti elementi didascalici storici pertanto lo spettatore assorbe la vicenda come se fosse un elemento imparziale, un elemento della giuria che deve giudicare la colpevolezza o meno dei protagonisti. La struttura diegetica è costruiti seguendo uno svelamento finale in cui solo nelle battute finale si capisce o meno la vicenda, la risoluzione e la verità. Una scelta narrativa che rafforza la drammaticità e l’emotività in un climax che cresce esponenzialmente scena dopo scena. Ha una presa notevole e un forte impatto. Riesce a catapultare direttamente in quegli anni e ciò accresce la drammaticità e l’intensità.

I dialoghi sono graffianti, diretti e brillanti. Colti e raffinati nel pieno stile di Sorkin che si trova a suo agio nelle aule di tribunale. Quindi la sceneggiatura è certamente il punto di forza de Il processo ai Chicago 7, ma anche dal punto di vista del ritmo e della omogeneità narrativa, la pellicola è ben confezionata. Concreta, concentrata e Sorkin riesce nell’arduo compito di sintetizzare e di rendere comprensiva e godibile una vicenda ostica e complessa. Non ci sono digressioni, punta in una direzione ben precisa e con tutta velocità mostra lo scontro, il processo farsa, dove la componente umana è molto forte. È un film che punta sul buon senso civico e si rifà a valori democratici forti e genuini. Inoltre, il lungometraggio riporta in auge una storia passata, storica, per costringere gli spettatori, in particolare i più giovani, a mantenere alta la concentrazione, a rimanere vigili sul proprio governo affinché tali episodi non si ripetano mai più. In un periodo più che mai nero per gli Stati Uniti, dove le rivolte raziali sono riemerse e dove l’ingiustizia sembra ritornare al suo culmine, Il processo dei Chicago 7 è uno specchio dell’oggi e perciò è una pellicola doverosa, essenziale e che deve far riflettere. Devo ricondurre i cittadini verso valori sinceri, autentici, liberali e democratici.  

La pellicola è avvalora da un grandissimo ensemble attoriale che amplifica la portata del lungometraggio. Ognuno di essi è bravissimo e sorprende trovare un cast del genere, composto da grandissime star, in un film contemporaneo. Tutti bravissimi, un ottimo collettivo, nessuno emerge più degli altri. Proprio un film classico, pregno di valori civici cari agli americani, con un cast di stelle.

Il processo ai Chicago 7 è un grandissimo film, riuscito sotto ogni punto di vista. Denso, concreto e dal ritmo avvincente. Sorkin non sbaglia nulla e realizza un’opera sontuosa, in cui racconta in modo efficace un importante evento storico che è quasi uno specchio dell’oggi. Diretta ed efficace, la pellicola oltre a mostrare una farsa governativa, politica, porta ad una riflessione civica importante. Inoltre, Sorkin rende bene una storia complessa e piena di sfaccettature con una semplicità sbalorditiva, in modo accattivante, quasi pop, dall’intreccio intrigante e intenso. Un lungometraggio vecchia scuola (sotto il profilo della resa narrativa) di grande qualità.

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