La serie (o miniserie visto che non è prevista una seconda stagione) è basata sull’omonimo racconto fantasy del 1990 scritto da Neil Gaiman e Terry Pratchett. Amazon Prime Video ha deciso di adattare la storia per una forma seriale composta da ben sei episodi, supervisionata direttamente da Gaiman, che l’ha sceneggiata. Si tratta di un prodotto grottesco, con tipico british humor, e che rielabora, con lentezza, una storia biblica in modo paradossale, dark e in chiave comedy. Il volume è semi-sconosciuto in Italia e pertanto lo show è passato, quasi, inosservato. Tuttavia, Good Omens è una miniserie da riscoprire perché atipica e raffinata. Ovviamente, la sua bizzarra costruzione narrativa, con lunghe dilatazioni temporali, non è adatta a chi è abituato alle repentine e veloci produzioni seriali moderne.

Un angelo (Azraphel) e un demone (Crowley), che si conoscono sin da Adamo ed Eva, diventano amici e sono accumunati dal fatto che adorano vivere con i mortali. Attraverso i secoli, la loro relazione diventa amicale e stringono un’alleanza, aiutandosi l’un l’altro in caso di bisogno. La loro vita, infiltrata tra i mortali, procede tranquilla fino a quando non inizia ad incombere la profetica Apocalisse!

Lo show è volutamente lento, bizzarro e con colpi di scena paradossali. La dilatazione temporale è uno degli elementi principali della costruzione diegetica della miniserie in quanto sono presenti numerosi flashback. Tuttavia, questa struttura permette di scoprire, andando a ritroso, le fasi salienti della nascita dell’amicizia tra i due personaggi principali. Rivisitazioni bibliche e storiche che servono ad inquadrare il loro rapporto e fornire un background importante ed essenziale ai fini della storia. I due esseri biblici preferiscono vivere tra i mortali e godersi la vita. Inoltre, i continui, e a volte repentini, salti al passato, servono a fornire dei piccoli dettagli utili alla storia (tipo i riferimenti alla spada infuocata di Azraphel) che fanno sorridere. Quindi, dal punto di vista della costruzione dei protagonisti, Good Omens è scritta bene e fornisce una notevole caratterizzazione dei personaggi. L’angelo è amante della cultura, dei libri, del buon cibo, mentre il demone vive di eccessi, adora la sua auto storica ed è un grande appassionato dei Queen.

L’atmosfera è “sopra le righe” in pieno stile fantasy biblico con situazioni strambe; dark e condite con spirito british. Quindi un clima onirico, al limite del vampiristico (per le parti demoniache), con ambientazioni prevalentemente bibliche e cristiane. Elementi mitologici di stampo ancestrale che vengono riletti e rielaborati in chiave contemporanea, adattandosi perfettamente alla realtà, fornendo alla storia una prospettiva curiosa e interessante. L’humor nero, tipico della produzione seriale inglese, aumenta fortemente il climx bizzarro e grottesco, tant’è che la miniserie è, sostanzialmente, una commedia nera. In alcuni casi, nonostante l’ovvia irrealtà della storia e delle situazioni, alcune situazioni sembrano quasi veritiere. Inoltre, l’adattamento è congruo con il clima attuale e ci sono numerosi riferimenti alla politica britannica (Ed europee). Non solo, la storia è una critica fortemente al declino dell’umanità e al perpetuo cambiamento. Non si tratta di una lotta bene-male, ma la serie si focalizza sulle sfumature di grigio, sulle eccezioni (i due protagonisti sono l’esempio lampante) che rendono il mondo migliore, variegato, bizzarro e talmente tanto intenso da essere vissuto.

La serie ha come perno centra l’imminente apocalisse. Ogni episodio è scandito dalla fine del mondo e ogni episodio scandisce il countdown al fatidico momento distruttivo. Al reset dell’umanità, ad un nuovo inizio. Una lenta corsa verso la fine del creato. Tuttavia, nella sua interezza, Good Omens non si concentra sugli elementi soprannaturale, sulla lotta angeli vs demoni, ma si sofferma sugli elementi umani, sulle eccezioni e sulle varie sfumature dell’essere umano. Non è un caso che i restanti personaggi ultraterreni siano resi in modo caricaturale. Sembrano macchiette, personaggi allo sbaraglio e che, nonostante la loro origine celeste, rispecchiano l’incomprensione umana e l’ignoranza. Entrambe le fazioni voglio la lotta anche se non sono in grado di spiegarne i motivi. Quindi, il mondo ultraterreno rispecchia, in modo speculare, l’umanità ed è perciò una potente critica sociale.  Complessivamente, l’Apocalisse è l’escamotage perfetto per evidenziare valori umani potenti e, sotto certi aspetti “dimenticati” dalla società attuale, come l’altruismo, l’amicizia, la fiducia e la lealtà. Good Omens non parla della fine del mondo, ma di un nuovo capitolo della relazione tra un angelo e un demone.

Good Omens è una miniserie riuscita in quanto costruisce una mitologia variegata, esaustiva e dalle fondamenta ben piantate. Una rielaborazione della storia della cristianità ben costruita e adattata per la contemporaneità. Divertente, ironica, paradossale e grottesca, presenta dialoghi e situazioni di puro intrattenimento, in un mondo biblico costruito ad hoc. I personaggi sono ottimamente caratterizzati (oltre ad essere ben recitati da due grandi attori) e sono credibili. Il mondo fantasy è particolare e divertente. Certo, la struttura narrativa scelta e lenta ed è, volutamente, sopra le righe. Quindi non è adatta a tutti. In particolare a chi cerca una serie dall’alto ritmo diegetico. Tuttavia, la storia è facilmente comprensibile ed ha un tono leggero, spensierato e adatto ad essere visionato tutto di un fiato in una uggiosa domenica pomeriggio in compagnia di amici e famigliari. Una miniserie destinata a diventare un piccolo cult.

Buona apocalisse a tutti!

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