Chi sono i “premi Oscar alla carriera” di quest’anno e perché sono stati premiati proprio loro.

Il “Premio Oscar alla Carriera” (Academy Honorary Award, in originale) è un riconoscimento che “anticipa” le candidature vere e proprie per gli Academy Awards. Si tratta di una categoria “fuori gara” per cui non c’è competizione, ma semplicemente un omaggio a coloro che “hanno dedicato la propria vita alla creazione artistica e portato importanti ed eccezionali contributi all’arte e all’industria cinematografica” (come recita la dicitura originale sul sito dell’Academy Of Motion Pictures Arts and Sciences), e per questo motivo viene in genere reso noto in anticipo, anche per suscitare fin da subito curiosità attorno alla Cerimonia.

La prima edizione di questo particolare Premio è del 1920, a sottolineare il fatto che già allora la settima arte aveva assunto un’importanza tale da ritenere che si dovesse attribuire un riconoscimento a coloro che venivano definiti dei “mostri sacri” di tale arte.
Va detto però che, almeno agli inizi, il significato del Premio era molto diverso da quello inteso oggi. In origine, infatti, veniva assegnato per premiare quelle opere e/o quegli artisti che non rientravano nelle normali categorie dei Premi Oscar, ma che non si potevano ignorare proprio per le loro caratteristiche di originalità e innovazione. Da qui la doppia ambivalenza del Premio che ha suscitato fin da subito un grande dibattito all’interno degli addetti del settore. Da semplice “contentino”, infatti, per chi proprio non si poteva non premiare, gli Honorary Awards hanno spesso anticipato categorie che sarebbero apparse successivamente all’interno della cerimonia degli Oscar (basti pensare che da qui partirà l’idea del Premio al Miglior Film Straniero, categoria che altrimenti sarebbe stata relegata unicamente in questo contesto), rivolgendosi dunque da una parte al “passato” del cinema, ma dall’altra anche al suo “futuro”.

Anche la natura stessa di questi Premi è cambiata nel tempo: all’inizio gli Honorary Awards venivano annunciati direttamente durante la Cerimonia di premiazione. Dal 2010 i premi vengono annunciati prima delle candidature “competitive” (in genere prima dell’estate) e vengono consegnati in una serata speciale a parte (in genere ai primi di novembre) chiamata Governors Awards. I vincitori sono poi invitati ad assistere alla premiazione effettiva degli Oscar, in cui vengono ricordati
All’interno della categoria poi bisogna distinguere alcune sotto-categorie che rendono variabile, di anno in annl la selezione dei premi stessi.
I vincitori dell’Honorary Award vero e proprio, infatti, sono scelti dal solo Consiglio d’amministrazione degli Academy Awards (Board Of Governors, da cui il titolo della cerimonia di premiazione), e non da TUTTI i membri dell’Academy, come per le altre candidature.
Questi vanno da un minimo di due a un massimo di tre nomi. Quest’anno sono stati scelti per questo riconoscimento i registi Lina Werthmüller e David Lynch e l’attore Wes Studi.
A questi si aggiunge il vincitore del Jean Hersholt Humanitarian Award, un premio speciale che l’Academy riserva (non tutti gli anni ma solo occasionalmente) a personalità che si sono contraddistinte per il loro contributo a cause umanitarie e/o sociali. Quest’anno il Premio è stato attribuito all’attrice Geena Davis.
C’è poi un’altra sotto-categoria interessante che è il Premio alla Memoria Irving G. Thalberg (anch’essa assegnata periodicamente ma non tutti gli anni) riservata ai “produttori creativi che si sono distinti per produzioni di alto livello”. Questo particolare Premio è stato assegnato l’ultima volta nel 2019 (all’ultima edizione degli Oscars appena conclusa) alla coppia Kathleen Kennedy e Frank Marshall, fondatori della Kennedy/Marshall company (sotto la Universal) e co-fodatori di Amblin, la mitica casa di produzione di Steven Spielberg.

Vediamo quindi nel dettaglio i premiati di questi particolari premi e le motivazioni che hanno indotto l’Academy a scegliere (fra i tanti) proprio questi nomi.

 

LINA WERTHMÜLLER

La regista Lina Werthmuller (immagine tratta da www.creativecommons.com).

Cominciamo subito con una nota di campanilismo che però è giustificata data la sorpresa e l’eccezionalità dell’evento. Lina Werthmüller è stata la prima donna candidata all’Oscar come Miglior Regista (nel 1977 per Pasqualino Settebellezze). Famosa soprattutto per i titoli dei suoi film (che ricalcano articoli di cronaca e per questo volutamente lunghi e spropositati), la sua carriera s’inserisce nel solco della “commedia all’italiana” prendendo spunto dall’attualità e dalla cronaca che vengono speso ingigantite ed enfatizzate in maniera satirica. Sceneggiatrice e autrice delle sue stesse opere, si caratterizza per i dialoghi, spesso taglienti e venati di humour nero, in cui vengono ridicolizzate manie e nevrosi dei personaggi, uomini e donne della medio-borghesia italiana (e quindi contemporanei e “occidentali” a tutto tondo).
Già insignita del David di Donatello alla carriera nel 2010, quest’anno vince l’Honorary Award per la “straordinaria distinzione nella rappresentazione della vita all’interno dei suoi film, i contributi eccezionali allo stato dell’arte e delle scienze del cinema, e per il servizio eccezionale reso all’Accademia” (tdA dal comunicato stampa del sito dell’Academy).

 

DAVID LYNCH

Il regista David Lynch (immagine tratta da www.creativecommons.com).

Come riassumere in poche righe l’importanza artistica che David Lynch ricopre per la settima arte (e per l’Arte in generale)? Il regista di Missoula ha fuso nelle sue opere l’amore per l’arte visiva e l’onirico, giocando sul concetto stesso di “rappresentazione visiva” e creando un suo stile unico e riconoscibile (“autoriale”, per l’appunto). Non solo nel cinema, ma anche per quanto riguarda l’audiovisivo in generale (basti pensare al successo e all’influenza culturale di una serie tv come Twin Peaks). Di fondamentale importanza anche l’uso del sonoro e della musica in generale, vero e proprio marchio di fabbrica dei suoi film, contraddistinta da suoni distorti e dall’ampio uso di sintetizzatori (per merito anche della collaborazione con il compositore Angelo Badalamenti). Non a caso la motivazione dell’Academy per il Premio alla carriera di quest’anno è “il largo e continuo seguito che i suoi film continuano a disegnare tramite il montaggio, le musiche e il sound-design disegnati appositamente dallo stesso Lynch” (tdA dal comunicato stampa del sito dell’Academy).

 

WES STUDI

L’attore Wes Studi nel film “L’ultimo dei Mohicani” (immagine tratta da screenshot su www. YouTube.com).

Per i fan di Balla coi lupi il nome di questo attore non è certamente nuovo. Wes Studi è il più noto attore statunitense di origine cherokee. Per questa sua origine vanta innumerevoli apparizioni come caratterista nei panni di nativo americano (di varie provenienze, nella finzione). Oltre al già citato film di Kevin Costner (vincitore di ben 7 premi Oscar nell’edizione del 1990), Studi ha partecipato anche a L’ultimo dei Mohicani di Michael Mann (dove interpreta il feroce guerriero Magua), Geronimo di Walter Hill (nei panni dell’omonimo condottiero Chiricaua), nonché al film campione d’incassi Avatar di James Cameron (è il leader della tribù dei “Pandoriani”). L’Academy gli conferisce quest’anno il Premio alla carriera proprio per “aver ritratto, con intensità e autenticità, il carattere forte e fiero dei nativi americani” (tdA dal comunicato stampa sito dell’Academy).

 

GEENA DAVIS

L’attrice e attivista Geena Davis (immagine tratta da screenshot su www.YouTube.com).

 

La vincitrice del Jean Hersholt Humanitarian Award è l’attrice che, nel 1989, vinse l’Oscar come Miglior Attrice non protagonista per il film Turista per caso,  anche se i suoi ruoli più noti sono sicuramente quelli in pellicole cult come Thelma & Louise, Beetlejuice e La Mosca. Attivista dei diritti civili e nota femminista, è fondatrice e CEO del Geena Davis Institute on Gender in Media, un’organizzazione non profit che si occupa di educare i creatori di contenuti cinematografici e televisivi all’eliminazione dei pregiudizi di genere e stereotipi nelle opere audiovisive e stimolare la creazione di un’ampia varietà di personaggi femminili nell’intrattenimento e nei media (soprattutto per quanto riguarda le opere rivolte a bambini e adolescenti). A tal proposito ha anche fondato e diretto il Bentonville Film Festival, festival cinematografico il cui scopo è quello di supportare le opere che trattano i temi della diversità e di tutte quelle voci normalmente inespresse nel panorama cinematografico “mainstream”. Per il suo ruolo di “appassionata sostenitrice della parità di genere nei media” (tdA) l’Academy le ha conferito questa importante onorificenza.

 

Queste le personalità che hanno meritato quest’anno l’Honorary Award e che vedremo alla prossima cerimonia degli Oscars (nel 2020). Si può tranquillamente affermare che si tratta di un ottimo preludio!

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