Le produzioni originali targate Netflix vertono particolarmente su quattro generi: sci-fi, rom-com, thriller e teen-drama. See you Yesterday è una pellicola fantascientifica che ha per protagonisti due liceali che inventano il viaggio nel tempo. Quindi, a livello di genere, questa pellicola raggruppa il teen e la sci-fi per elaborare una storia mischiata e focalizzata sulle dinamiche black. Purtroppo, il risultato complessivo è altalenante e deludente. Nonostante l’incipit e le premesse iniziali si rivelano interessanti e accattivanti, l’intreccio narrativo viene sviluppato in maniera mediocre e privo di intensità emotiva. Fredda, senza grandi momenti di visione, la pellicola si incarta su una storyline temporale mossa da questioni discriminatorie bianchi-neri.

Prodotto da Spike Lee e diretto da Stefon Bristol, il film mischia numerosi generi e sfrutta il concetto di viaggio nel tempo per creare una storia drammatica focalizzata sulle discriminazioni raziali e sugli omicidi di poliziotti bianchi verso le persone di colore. Il genere sci-fi viene quindi utilizzato come espediente, come pretesto, per creare una leggera pellicola di protesta, utilizzando due protagonisti liceali. Negli Stati Uniti, il razzismo è ancora vivo e perciò il film si rivolge ai giovani per rammentargli che la lotta verso l’uguaglianza e la discriminazione deve essere ancora vinta. Tematiche importanti che emergono da questo prodotto filmico e che sono rappresentate attraverso un genere inedito: la fantascienza. Questa è una cosa interessante e riuscita in quanto si tratta di un genere in voga tra i giovani e quindi il target è ben improntato e costruito in modo adeguato.

I lati negativi emergono nello svolgimento perché se da un lato non utilizza cliché e stereotipi, la storia drammatica non si amalgama appieno al genere centrale (sci-fi). Ci sono parecchie incongruenze narrative e la questione temporale sui viaggi del tempo viene spiegata in modo grossolano e basico. Il lato negativo è che le fondamenta sono piantate male, nel senso che i protagonisti, seppur bravi, sono scritti male. Il loro background è semplice e spiegato ma non vengono fornite le motivazioni adeguate sul perché siano così bravi e geniali. C’è il cameo di Michael J. Fox nei panni del loro professore, il che stuzzica gli spettatori con Ritorno al Futuro, ma ci sono parecchie incongruenze.

L’intreccio si basa principalmente sui numerosi errori che i due protagonisti continuano a seminare durante i loro salti temporali. Anziché migliorare la situazione, a causa della loro poca maturità, i ragazzi peggiorano le cose e ciò è il fulcro che fa andare avanti la storia. Il che è un incartamento, una sorta di loop temporale che bloccano la storia. Dopo un po’, la dinamica diventa ripetitiva e ovvia. Sembra gestita in maniera pasticciona e senza un vero e proprio scopo. Il tutto è molto simile a Ritorno al Futuro ma quell’iconica pellicola sfrutta la commedia per emergere e creare situazioni paradossali e bizzarre. La pellicola di Zemeckis aveva una sceneggiatura più fluida e spiegava con efficacia la propria mitologia. See you yesterday non è così brillante e fluido.  Non c’è una vera e propria denuncia. Il dramma viene ripetuto costantemente, come in un loop, e perciò perde di efficacia. Quindi, bella l’idea di base ma lo svolgimento è singhiozzante.

In conclusione, See you Yesterday è una pellicola mediocre, anonima e priva di grandi emozioni. Non ci sono momenti di grande impatto emotivo (se non di amicizia e “fratellanza”) e l’intreccio è confuso e pieno di paradossi ed errori. Il lato negativo è che all’interno del proprio mondo narrativo non è in grado di costruire una mitologia adeguata. Poche emozioni e poca intensità. Il tutto porta il film ad essere sbiadita e poco palpitante. La costruzione è focalizzata a far emergere questioni razziali attraverso la fantascienza, ma l’espediente sci-fi non si rivela adeguato per veicolare in modo efficace tali argomenti drammatici. Inoltre, il finale pecca tanto in quanto non muta lo status quo dei protagonisti ma si rivela, realmente, un ipotetico loop. L’atto finale del film è l’ennesimo costante tentativo di raddrizzare il futuro tornando al passato….quindi la fine è quasi uguale all’inizio… senza risoluzione.

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