Diretto Da David Yates, ormai storico regista della saga potteriana, Animali Fantastici: I crimini di Grindwald è un film che non delude. Non deludono le nuove scelte attoriali, con Jude Law che la fa da padrone, e non deludono gli intrecci narrativi, dove la mano di J.K. Rowling si fa sempre più presente. Ciò nondimeno, è un’opera che non ha trovato ancora la sua identità, si avverte la mancanza di una guida narrativa che permetta a questo prodotto di essere un vero e proprio prequel della saga originaria.

Newt Scamander (Eddie Redmayne) è di nuovo in missione, ma questa volta è alla ricerca di un animale molto più pericoloso di qualsiasi creatura fantastica: l’essere umano. Messo sui passi di Grindewald (Johnny Deep) da Albus Silente (Jude Law), Newt incontrerà delle vecchie conoscenze newyorkesi e si ritroverà faccia a faccia con il suo passato e, soprattutto, con le rivelazioni che saranno destinate a cambiare per sempre le carte in tavola.

Come anticipato, la mano della Rowling si sente e si vede molto di più di quella registica. Gli intrecci narrativi, le rivelazioni finali e la prospettiva di un mondo magico sempre più in pericolo sono i marchi distintivi della penna della scrittrice che, anche in versione cinematografica, non mancano di enfasi. Si ritorna a Hogwarts, dunque, in tutto e per tutto. Si ritorna alla scenografia dark che si era già ammirata negli ultimi Harry Potter e si riparte dalla tematica, molto realistica e attuale, della razza di appartenenza.

Animali Fantastici: I crimini di Grindelwald parte da subito molto carico presentando l’antagonista come un degno cattivo e aprendo la strada agli intrecci amorosi che intercorrono tra tutti i personaggi. Del resto, lo sfondo parigino, meno sfruttato di quello newyorchese, si presta molto bene alla ricerca di queste nuove trame. Ciò nonostante, la volontà di dare un maggiore risalto ai personaggi umani fa perdere di vista quello che è il fulcro di questa saga: ossia, gli animali fantastici. Nella frenesia generale, i reali protagonisti delle vicende sono messi in disparte e, tranne in alcuni momenti anche comici, questi non vengono preferiti ai tradizionali incantesimi.

La perdita identitaria si sente molto, soprattutto, se si pone l’accento sulla pesante spada di Damocle che pesa su questa saga. Dato l’indefinibile successo di Harry Potter è quasi logico interpretare questa serie come un suo surrogato, dove ogni rivelazione e cambiamento può minare completamente la costruzione di un personaggio già noto. Dalla vera natura di Nagini all’identità di Credence, ogni singolo tassello di Animali Fantastici: I crimini di Grindelwald è una bomba su un campo minato pronta a esplodere al primo errore di valutazione.

Fortunatamente, questo Animali Fantastici: I crimini di Grindelwald è ancora in salvo. È un film di passaggio dove le pedine sono appena state disposte sulla scacchiera e i giochi non sono ancora partiti. Il giudizio finale, nonostante le discrepanze evidenziate, è assolutamente positivo, un’opera godibile ed entusiasmante in ogni sua parte che apre tanti punti interrogativi, con i quali, per ovvi motivi, bisognerà fare i conti nei prossimi capitoli.

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