George Lucas non è solo il genio dietro alla saga di Star Wars, è un visionario artista ed è stato un lungimirante imprenditore. Puntando su sé stesso ha creato un impero milionario che lo ha reso uno dei magnati del cinema indipendente più influente al mondo. Ha dato vita a quasi una mini-major in grado di spaziare su più piattaforme mediali. Sembra paradossale definire Lucas un grande del cinema indipendente tuttavia è cosi, dopo il primo Star Wars ha finanziato in toto tutti i suoi film (e non solo), rischiando, più volte, di mettere a repentaglio la LucasFilm. Il tutto, non tanto per i soldi (contano ma sono anche giusti alla fine, no?), ma semplicemente per avere il totale controllo creativo dei propri progetti. Disprezzava il sistema Hollywoodiano e si è appoggiato alle major solamente per la distribuzione. Amante del cinema d’avanguardia e sperimentale, nel 1977, con un semplice film di fantascienza low-budget ha cambiato per sempre il modo di fare cinema.

Brian Jay Jones ha scritto la biografia di Lucas in un volume uscito qualche mese fa e edito da Il Castoro.

Il volume non è solamente per gli amanti di Star Wars ma è idoneo a tutti coloro che vogliono approcciarsi alla vita e alla carriera di George Lucas, che oltre ad essere un regista di fama, è (o meglio era visto che si è ritirato) un pioniere del Cinema. Jones ripercorre l’avanzamento professionale di Lucas in modo cronologico partendo dalla sua nascita (1944) fino all’imminente uscita de Il Risveglio della Forsa (2015). Una biografia corposa che sviscera in modo approfondito, non tanto il genio della persona, ma l’uomo, l’essere umano. È pieno di dettagli intimi e personali che danno statura al libro e aggiungono quel tocco in più rispetto ad altre volumi o trattati su George Lucas. Fornisce spunti interessanti che rendono il libro un must have per amanti del cinema.

Una biografia corposa (ben 507 con inclusi sia bibliografia e i ringraziamenti) che forse fanno perdere un po’ di attrattività verso il prodotto ma, una volta iniziato, si procede spediti nel mondo di George Lucas. Strutturato in ordine cronologico e a blocchi. Ideale per frammentarlo o per leggerlo tutto d’un fiato. Suddiviso in tre macro aree, come da tradizione starwarsiana: la speranza, l’impero e il ritorno.  Titoli simbolici appropriati e che si riferiscono a tre opere che hanno caratterizzato maggiormente la vita del cineasta. Inoltre si adattano bene a raccontare tre macrotemi esistenziali.

La Speranza racconta gli inizi di carriera: dagli anni universitari presso l’USC fino ad arrivare al primo “successo” commerciale con American Graffiti. Quindi dal 1944 al 1973. L’Impero narra gli anni più impegnativi e corposi. Quelli importanti e di svolta nella sua carriera (1973 – 1983). Quelli che da cineasta anti sindacato cinematografico e anti-Hollywood, l’hanno portato a costruire una ditta milionaria indipendente e autosufficiente, la LucasFilm. Sono anche le decadi più buie e più complicate. Oltre alla fama crescente, Lucas ha vissuto di alti e bassi sia nel pubblico che nel privato. Il Ritorno compre più decadi, 1983-2016, chiude il cerchio artistico del regista e si focalizza sul suo lascito in termini di ambia portata verso il mondo cinematografico.

Il libro è una trattazione molto completa dei successi e dei fallimenti di George Lucas. Scritta con passione e senza elaborazioni prolisse o cliché, fornisce un ritratto esaustivo e profondo. Una lettura piacevole, interessante e piena di nuovi spunti.

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