I Due Papi è un film Netflix diretto dal regista Fernando Meirelles che racconta la storia incontro tra Papa Benedetto XVI e, l’allora, Jorge Bergoglio. Il lungometraggio offre uno scontro-incontro sulla concezione di Chiesa e nel suo complesso, l’intera storia, che è stata romanzata per rendere più scorrevole la vicenda, è nel suo complesso un vero e proprio atto di Fede.

A livello narrativo, la pellicola scorre molto bene e si destreggia in maniera chiara e comprensibile a livello temporale proponendo salti temporali, in flashback, che servono per sfaccettare meglio i protagonisti, in particolare Bergoglio. L’incontro tra i due papi, passato e presente, è il pretesto per raccontare una storia di fede, di riforma e di uno scontro tra due visioni differenti di “umanità”. La storia si concentra molto a demitizzare la figura del Papa, rendendola più accessibile, togliendo dal piedistallo l’aura mitologica e concentrandosi sul fattore umano.  Tuttavia, non mancano gli aspetti filosofici e i caratteri religiosi in quanto l’incontro porta ad uno scontro dialettico verso la gestione della Chiesa di Pietro. Il lungometraggio rende tutto ciò in maniera uniforme e omogenea, offrendo un ritmo veloce, accattivante che rende la narrazione lineare e snella.

Il lungometraggio ha il pregio di azzeccare il tono del film in quanto si conferma quasi una commedia biografica. Nonostante il fulcro siano le “diatribe” tra Ratzinger e Bergoglio, la pellicola non sfocia mai in un serrato e graffiante “duello”, ma propone una pacata discussione tra due modi diversi di pensiero. Emerge il rispetto e la profondità compassione tra di loro e ciò si addice ad un tono pacato che confà al mondo ecclesiastico. Una discussione matura, ponderata dove l’obbiettivo non è prevalere sull’altro ma è quello di trovare un punto in comune per comprendersi e portare al bene comune della Chiesa, ovvero il cambiamento. Inoltre, dai dialoghi e dalle situazioni, si notano in maniera dirompente le caratteristiche dei due. Bergoglio più giocoso, divertente, che proviene dal popolo ma che allo stesso tempo è deciso e risoluto mentre Ratzinger è uno studioso solitario, che proviene dalla borghesia e che fa fatica a piacere agli altri.

Il film presenta numerose scene di grande impatto, in particolare quella della Cappella Sistina dove Ratzinger e Bergoglio hanno una sorta di risoluzione finale, espletando le loro colpe in una confessione dal sapore liberatorio che, alla fine, si manifesta come la forza del destino (o dell’onnipresente). Una rivelazione che induce il pontefice a fidarsi di Bergoglio seppur non sia d’accordo sul suo modo di vedere le cose.

Se in un primo momento ci si focalizzava su Ratzinger, pian piano si intuisce che la pellicola transita verso il vero protagonista dell’intera vicenda ovvero la transizione del pontificato, raccontando una sorta di dietro le quinte di ciò che ha portato all’elezione di Francesco I.

I due Papi è un film ben realizzato che offre uno sguardo esaustivo su un evento epocale dell’umanità. Al suo interno possiamo trovare tantissimi sottotesti e numerosi spunti interessanti che possono soddisfare sia coloro che si approcciano al film come “fedeli” che come amanti del cinema. Il film appaga entrami questi lati. C’è tutto all’interno della narrazione: fede, scontro con dialoghi e situazioni spettacolari, storia e biografica. All’interno della pellicola c’è uno scontro-incontro appassionante, caritatevole e pieno di umanità.  Scritto e diretto in maniera brillante, propone due grandissime interpretazioni che rendono I due Papi uno dei film più belli di quest’anno.  

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