In scena ieri sera al Gran Teatro Morato di Brescia, la commedia musicale The Full Monty ha deliziato i numerosissimi spettatori con ironia, intelligenza e gag a gogo. Con un cast eccezionale capitanato da Paolo Conticini, Luca Vaporidis, Gianni Fantoni, Jonis Bashir e Luca Ward; lo spettacolo è l’adattamento teatrale musicale dell’omonimo lungometraggio britannico del 1997 diretto da Peter Cattaneo.  

L’adattamento conferma la struttura base del film e aggiorna la storia per essere aderente con l’attualità, senza snaturale il cuore della vicenda che si focalizza su tematiche universali come il lavoro, la famiglia e la cooperazione tra esseri umani. Come nella pellicola, i due protagonisti sono alla ricerca di una nuova occupazione e, vista la crisi del mercato, faticano ad ingranare e mantenersi. Casualmente finiscono a contatto con il mondo dello spogliarello… senza però avere il phisique du role. Il musical aggiorna il contesto storico-sociale del film ambientando la vicenda a Torino, la città delle automobili, delle grandi fabbriche per eccellenza. La perdita del lavoro si rivela il perno della vicenda, in quanto, cosi come nella vita, elemento essenziale per mantenersi. La storia dello spettacolo è in linea con la rappresentazione dell’oggi e i personaggi vengono sfaccettati in maniera complessa, tridimensionale e gli vengono forniti solidi background alla quale lo spettatore può creare empatia.

Meno musical ma più commedia brillante, la storia è piena di momenti di ilarità e di ironia. Concepita come una commedia brillante dell’epoca d’oro di Hollywood (Alla Billy Wilder e Neil Simon), la storia è infarcita di numerose gag a doppi sensi che divertono lo spettatore. Il british style si nota in ogni battuta e, sovente, i dialoghi sono graffianti e sardonici. La struttura base è semplice, ma ciò che rende The Full Monty una grande storia è la continua voglia di prendersi sopra le righe e di continuare costantemente a giocare con sé stessi, ridendo del proprio corpo e di vincere il proprio pudore per creare risate e ridere insieme allo spettatore per i propri difetti. Un inno al mettersi in gioco prendendo la vita con ironia. A teatro, visto anche il mezzo live, si crea un forte contesto giocoso e goliardico che, sommato al voyerismo dello spogliarello al centro della vicenda, diverte e fa, letteralmente, impazzire gli spettatori (in particolare le spettatrici).

Oltre al lavoro, il musical si concentra su altri valori importanti della vita come la famiglia e l’amicizia. Infatti, essendo una grande storia universale, lo spogliarello completo che si consuma nell’atto finale, si rivela essere un pretesto per parlare di principi fondamentali dell’uomo, potendo in cima i rapporti umani che si rivelano le fondamenta della vicenda. Quindi una storia complessa, sfaccettata e soddisfacente sotto ogni punto di vista.

Se la pellicola puntava sulla componente musicale (vince un premio Oscar per la colonna sonora) piena di canzoni memorabili, l’adattamento teatrale si concentra meno sull’aspetto canoro e si dedica completamente a sketch e gag comiche. Non che le canzoni del musical siano brutte, però non sono memorabili e non vivono al di fuori dello spettacolo. Non rimangono impresse e non si canticchiano. Tuttavia, si ride tantissimo e a livello scenografico lo spettacolo merita tanto in quanto utilizza ledwall e ottime soluzioni sceniche per raccontare una storia che si sviluppa su un’ampia temporalità diegetica.

Pienamente soddisfacente, il musical The Full Monty è pieno di trovate divertenti che appagano. Ottimo ritmo e tante ilarità. La durata di oltre due ore e trenta minuti non si rivela eccessiva in quanto la storia è piena e completa. C’è tanta carne sul fuoco sia a livello di intreccio narrativo che in termini di sottotesto. Dalla trama fine e ben delineata, offre una serata più che piacevole e in gradi di far ridere tutti gli spettatori.  

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