Il cinema è puro lavoro collettivo e figlio dell’ingegneria che si adopera al miglioramento della qualità visiva e della tecnologia. James Cameron è uno dei pochi pionieri cinematografici ancora attivi nel mondo del cinema; un’arte fortemente condizionata dai riscontri economici ma che ha bisogno di nuovi impulsi e stimoli dal punto di vista dello sviluppo tecnologico della fruizione. Alita – Angelo della battaglia è un film all’avanguardia sotto quest’ultimo aspetto. Meno estremo e rivoluzionario rispetto ad Avatar (che rimane una pietra miliare per la Storia del Cinema), la storia di Alita è tuttavia un prodotto dall’alto d’ingegno tecnico che sprizza amore per il progresso e il futuro. In particolare, il film è una riflessione che pur andando avanti, il progresso ha bisogno di ancorarsi al passato per mantenersi nella rotta giusta. Alita, pur essendo un film iper-tecnologico, pregno di motion-capture, è un lungometraggio dalle dinamiche narrative classiche e focalizzato su archetipi canonici della Storia del Cinema.

Alita è un cyborg proveniente da un’era antica, pre La Caduta, ed è stata costruita grazie ad una tecnologia ormai perduta da tempo. Scoperta e riparata da un dottore che vive isolato nella città di ferro, l’ingegnere ri-assembla la ragazzina e la educa come se fosse sua figlia per fornirgli un nuovo futuro. Tuttavia, il passato guerriero della giovane emerge e cosi viene a galla il suo scopo.

La pellicola si focalizza sull’origine della giovane cyborg e sulla sua evoluzione da sensibile ragazza a indomita macchina da guerra. L’elemento formativo è predominante all’interno dell’arco narrativo della protagonista; si tratta di un viaggio ad ostacoli necessario per acquisire consapevolezza nei propri mezzi e per sbloccare la propria memoria. Scoprire la propria identità attraverso la riscoperta del passato, le radici, lo scopo e scoprire i suoi creatori. Tuttavia, Alita non è più la macchina da guerra di com’era stata programmata in origine, la sua missione principale rimane invariata, ma è filtrata attraverso la nuova sensibilità che gli ha fornito il suo padre adottivo. Il dottore gli ha fornito un’educazione umana e ha impostato i suoi valori all’amore. Tutto ciò ha reso la giovane cyborg suscettibile alle emozioni e capace di creare empatia. Gli occhi grandi, frutto della tecnologia e puro riferimento alla sproporzionalità del manga originale, sono rivelatori e mostrano le sue emozioni. Sono lo specchio della sua anima e il riflesso ci mostra il suo animo. Sono loro che si espandono durante l’eccitazione del mondo esterno e sono sempre gli occhi che ci mostrano la nascita dell’amore della ragazza verso Yugo.

La storia è filtrata dagli occhi angelici e giovanili della ragazza. Attraverso il suo sguardo veniamo catapultati in un mondo futuristico e ipertecnologico. La costruzione diegetica ha un fondamento classico che offre spunti poco originali dal punto di vista dello svolgimento, ma si mantiene godibile in quanto il film scorre in maniera fluida e semplice. Costruito seguendo paradigmi classici, con archetipi provenienti dai film cult fantascientifici, prevalentemente anni Novanta ma rimodellati seguendo un’estetica e una sensibilità attuale, Alita offre una buona prova dal punto di vista della godibilità. Una pellicola di intrattenimento con una buona storia improntata su valori semplici, umani ed in grado di creare empatia con lo spettatore. Offre un buon connubio tra una storia ben strutturata e la dinamicità delle ipercinetiche scene d’azione. Inoltre, sotto certi aspetti emotivi, il film presenta una certa intensità e ha una presa emotiva molto forte. Per essere un primo capitolo, Alita – Angelo della battaglia è un buon prodotto. Cameron (sceneggiatore e produttore) confeziona una pellicola classica, dalle fondamenta narrative ben impostate e porta la storia della giovane cyborg verso una storia ricca di effetti speciali, ma ancorata a sentimenti semplici e comprensibili.

Snello ed essenziale, il primo lungometraggio fa uscire lo spettatore con la voglia di scoprire di più sul passato (e futuro) di Alita.

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata