Il ritorno di Mary Poppins è il film che questo bimestre abbiamo deciso di “spolpare” nella nostra cover story della rivista. Si tratta di uno dei più importanti seguiti della storia del cinema ed è stato realizzato oltre 54 anni dopo il film originale. Vista la sua importanza e l’appeal di pubblico che la pellicola offre, abbiamo deciso di sviscerarla, proponendo una serie di analisi suddivise in paragrafi.

Ambientazione

Il ritorno di Mary Poppins si svolge circa vent’anni dopo il primo capitolo cinematografico uscito nel 1964, tuttavia la città protagonista della serie rimane Londra. La capitale britannica è il cuore dell’intera vicenda ed è riconoscibile grazie ai suoi iconici monumenti che vengono mostrati e hanno un ruolo importante all’interno della narrazione.

Questo nuovo film è ambientato durante la grande depressione, un periodo buio per tutte le persone che hanno vissuto quel momento storico. Una forte crisi economica che ha messo sul lastrico milioni di persone. Quindi, a livello scenografico, si evince questa negatività mostrando una città cupo e sporca. Primeggiano colori come il grigio e il nero e l’incipit inizia con una forte tempesta. Questa cupezza viene rappresentata visivamente dallo stato sporco e abbandonato della celebre casa dei protagonisti, la leggendaria 17 Cherry Tree Lane. La famiglia Banks è in crisi economica ed è triste a causa di un lutto. La vecchia governante non riesce più ad offrire una buona pulizia e combina numerosi pasticci. L’interno della casa è stato decorato con oggetti di stile georgiano che si rifanno all’espressione architettonica dell’abitazione. La stessa cosa è avvenuta per la costruzione degli interni della banca. Entrambi gli ambienti offrono una colorazione cupa e desolante. Polverosa e decadente. 

Essendo una favola, i colori e “il clima disteso e positivo” mutano con il proseguo della storia in quanto l’arrivo di Mary Poppins porta una vivacità e speranza. Emerge un contrasto ed è proprio quello che ha voluto realizzare lo scenografo John Myhre che torna a collaborare con il regista Rob Marshall per la sesta volta. [1]  La tata è portatrice di un clima sereno e fantasioso e quindi le sue avventure si scontrano con la realtà. C’è un’alternanza di ambienti cupi, reali, e luoghi fantasiosi e immaginari dove i colori primari sono preponderanti e vivacizzano il mondo giocoso e infantile dei bambini. Il mondo di Mary Poppins è cosi gioioso solamente quando ci si addentra nel proprio mondo fantasioso e non quando ci si imbatte all’esterno, nella città. Il contrasto “Mondo reale cupo vs Mondo fantasioso a colori” emerge bene nella scena in cui Mary Poppins porta i ragazzi a conoscere sua cugina Topsy, un’eccentrica antiquaria che ogni secondo mercoledì del mese viene “scombussolata” con il capovolgimento del proprio mondo. Ebbene, Topsy vive in periferia, in un vicolo buio e tenebroso; si tratta di un quartiere “reale” e con case limitrofe grigie e desolate. Lo stesso interno della casa è monocromatico con una forte presenza di chiaroscuri. In questo caso c’è un altro duplice contrasto in quanto i ragazzi arrivano proprio un secondo mercoledì del mese e quindi il teatro dell’interno è anche una rappresentazione dello stato d’animo di Topsy che vive il mondo come un ribaltamento. Per rendere visivamente questo dislocamento psicologico, il soffitto della casa viene letteralmente ribaltato. Successivamente, quando la cugina di Mary si fa coraggio e riesce a superare la sua inquietudine, iniziano ad affiorare colori e vivacità.  In tutto il film, questa contrapposizione “realtà-fantasia” fa sì che si crei uno scompenso emotivo che rende il film un percorso emozionale che riflette lo stato psicologico dei personaggi principali delle scene. Inoltre, gli ambienti sottolineano la personalità dei personaggi, se sono antagonisti o meno. Difatti, l’ufficio del Wilkins, in banca, è oscuro e poco illuminato.

Per quanto riguarda l’ambientazione, un ruolo importante ce l’hanno i monumenti di Londra, veri e propri punti di svolta nella storia. Attraverso scenografie e animazioni tridimensionali, la pellicola è in un certo senso una “lettera d’amore” nei confronti della capitale anglosassone. I celebri monumenti della città vengono ampiamente mostrati e si scorgono facilmente Buckingham Palace, la Cattedrale di St. Paul, la Torre di Londra e il Big Bang. Proprio quest’ultimo ha una parte “attiva” all’interno della narrazione, essendo il pilastro fondamentale della scansione temporale della città. Ne “condiziona” la vita della popolazione ed è un punto di riferimento. Narrativamente, la sua importanza viene contrapposta con il divertente siparietto con l’ammiraglio che secondo lui è in anticipo e sta “perdendo cilecca”.  Nel terzo atto del film, questa sottotrama, viene messa in primo piano e fa emergere il Big Bang come il luogo ideale per sottolineare lo scorrere dei secondi. Quindi, a causa della “mancanza di tempo”, i protagonisti offrono una spettacolare scena in cui riportano in dietro le lancette. A livello scenografico, viene ricostruito, negli studi Shepperton, il gigantesco quadrante dell’orologio e viene mostrato l’interno fatto di ingranaggi. Una ricostruzione certosina e fedele che è stata resa credibile grazie al lavoro di Myhre e del suo team.

Gli ambienti colorati invece sono immersioni nel mondo fantastico di Mary Poppins e offrono una forma di svago educativo per i piccoli Banks. Attraverso animazioni generate al computer, le avventure della tata si colorano di magia e di divertimento. Per creare tutto ciò, si è utilizzato anche una serie di “Pitture disegnate” vecchio stile per ricreare ambienti animati in 2D e mantenere uno stile visivo simile al primo film. Ovviamente, visto l’ampio sviluppo degli effetti speciali, questo seguito ha immagini generate al computer che rendono il film spettacolare.  

L’atmosfera è pertanto in linea con il genere fantasy in quanto c’è un mix di realtà e finzione che si alternano e sottolineano la narrazione e la psicologia dei protagonisti. Sono un elemento importante ed in grado di offrire un costituente preponderante nella costruzione dell’emotività di chi guarda il film. In questo modo, attraverso il contrasto di colori, le scene colorate e spettacolari spiccano in maniera esponenziale, producendo uno sbalordimento visivo che crea emozioni.   

[1] https://www.hollywoodreporter.com/news/how-mary-poppins-returns-painstakingly-created-1930s-london-1163535

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