Il franchise dei Pokemon è uno dei più longevi e popolari provenienti dal mondo Orientale. Un prodotto in grado di diramarsi con successo in qualsiasi piattaforma multimediale: videogiochi, anime, film di animazione, VR.  Dopo i numerosi successi, arriva, finalmente, un lungometraggio live-action di quel mondo, popolato da creature denominate Pokemon!

Pokemon: Detective Pikachu è una pellicola dal tono leggero che rielabora in modo sapiente e semplice la mitologia dell’universo Pokemon, proponendo una storia sopra le righe, quasi infantile, in grado di soddisfare sia vecchi fan (quelli che hanno vissuto il boom del franchise) che nuovi. Il mondo condiviso tra Pokemon e Umani è coeso, uniforme, e spiegato in poche scene; il che rende il lungometraggio diretto, essenziale e, cosa importantissima, credibile. Getta le giuste fondamenta in una storia, sotto certi aspetti, sorprendente, che rielabora la mitologia per creare una trama lineare e finalizzata a mettere in primo piano, in modo sapiente ed efficace, i Pokemon!

L’interazione tra umani e i loro amici Pokemon funziona e il lungometraggio mette in risalto tutte le loro caratteristiche. Ancorato alla prima serie, Detective Pikachu è una storia di formazione dal tono infantile e giocoso. Un’avventura alla scoperta di un mistero che, di conseguenza, è l’escamotage giusto per mostrare tutto ciò che hanno reso i Pokemon, un fenomeno!

Sebbene non venga presentata una storia fedele al franchise (dei videogiochi e della serie), non proponendo un aspirante allenatore di Pokemon, Detective Pikachu si dimostra sorprendermene coeso e dalla buona sceneggiatura. Un prodotto ben scritto e sviluppato.  A livello di genere, la pellicola si focalizza sul mistero, sull’avventura, e il focus principale del protagonista è di ritrovare il suo scomparso padre-detective. Ad aiutarlo nella sua impresa, il Pokemon icona del franchise, Pikachu. Non solo, nella storyline sono presenti numerosi riferimenti, e origin-story, su Mewtwo, il leggendario Pokemon nato dagli esperimenti genetici. Proprio la genetica ha un ruolo importante nell’intreccio narrativo di Detective Pikachu e perciò la storia del mistero sfrutta l’origine dell’iconico villain per costruire l’intero universo coeso tra Pokemon e Umani. Mewtwo è la chiave di volta. L’elemento di congiunzione e punto di collegamento tra le due specie.

Il lungometraggio è abile a mantenersi fedele ai topoi del franchise, ma, nello stesso tempo, è abile non rielaborare alcune storyline canoniche per offrire svariati ribaltamenti di prospettiva. A differenza dell’universo videoludico e animato, Detective Pikachu mette in risalto la coesione del mondo tra le due differenti specie, proponendo un mondo idilliaco, utopico, di convivenza, pronto a collassare a causa del germe di un conflitto.  Nel film viene proposto il classico cliché dell’utopia che si può ottenere solamente mediante l’assimilazione, la prospettiva unica, restrittiva, estremizzata e che, di conseguenza, porta alla sua rottura in quanto castrante e malsana. Questa è la prospettiva del villain del lungometraggio ed è il fulcro dell’intero film che alla fine è un’eco sull’uguaglianza, tolleranza e coesione. Un racconto di formazione, di crescita personale e di amicizia. Per tutta questa serie di motivi, Detective Pikachu si conferma buon film, in grado di rielaborare un franchise stratificato, decennale, sfruttando tutti gli elementi classici della sua mitologia, proponendo una storia leggera, d’avventura ed in grado di intrattenere.

Se Chi ha incastrato Roger Rabbit si parlava di coesione tra il mondo del cartoon e quello degli esseri umani, in una rilettura del genere neonoir, Detective Pikachu offre una visione simile, proponendo un’avventura focalizzata su un microcosmo (la storia del ragazzo) per raccontare un macrocosmo (il mondo dei Pokemon). Rispetto al classico di Zemeckis, questo film segue meno il genere noir, per abbracciare sfumature di svariati generi come l’avventura e la commedia. Il film sfrutta tutti quegli elementi di generi e funziona; azzecca il tono e offre momenti di pura evocazione dell’io infantile degli spettatori (per i più grandi cresciuti con il franchise). I Pokemon mantengono il loro essere amabile, colorato, divertente e “coccoloso”. Come fece la pellicola su Roger Rabbit, anche in questo caso, il grande successo avviene nella caratterizzazione dei personaggi animati e in questo universo filmico, Pikachu funziona ed è ben sfaccettato. Credibile ed in grado di passare da momenti teneri a scene intimiste drammatiche. Seppur più leggero rispetto a Chi ha incastrato Roger Rabbit, Pokemon: Detective Pikachu è un ottimo prodotto filmico che richiama quella seminale pellicola e, come fece quel film negli anni Novanta, fornisce il giusto mix tra animazione e live-action.

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