Stanlio & Ollio è un film biografico sul dinamico duo delle comiche del cinema muto, le due leggende Stan Laurel e Oliver Hardy. Passato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, la pellicola uscirà tra qualche giorno in tutte le sale d’Italia.

La pellicola è un biopic e si focalizza prevalentemente sull’ultimo tour teatrale del duo nel Regno Unito. Stanlio & Ollio, nonostante siano passati tanti anni (siamo nel 1953), continuano a collaborare insieme; l’avvento del sonoro ha cambiato radicalmente il cinema e i loro nomi sono finiti nel dimenticatoio. Tuttavia, la gente continua ad adorare i loro film alla tv e adora le loro spassosissime gag. Sperano di ritornare al mondo del cinema con una pellicola basata sulla leggenda britannica di Robin Hood, ovviamente adattata in chiave comica. Per il momento, in attesa di chiudere l’accordo con il produttore del film, si avventurano in un tour teatrale lungo il Regno Unito per mantenersi. Il tutto con la speranza di iniziare una “seconda occasione d’oro”, mentre in realtà sarà il preludio alla loro fine di carriera.

Durante i loro anni, nell’epoca d’oro della loro carriera, entrambi hanno “sperperato” denaro con divorzi e attività hobbistiche (tipo Hardy nel golf e nelle scommesse ai cavalli) economicamente dispendiose. Perciò, con gli anni, si sono ritrovati con pochi soldi.

L’incipit, ambientato nel 1936, vede Stanlio & Ollio all’apice della loro carriera. Nonostante il cinema sonoro, la loro è una fucina di successo ed una miniera d’oro per il produttore Hal Roach. Sognano di mettersi in proprio e di fondare una loro casa di produzione per poter tenere tutti i loro guadagni, azichè essere attori che percepiscono lo stipendio. Ollio ha il contratto in scadenza mentre Stanlio è ancora vincolato. Roach non gradisce l’affronto e cosi il duo è costretto a dividersi. Ollio sperava che il suo storico partner rompesse il contratto e che creasse con lui la loro compagnia, ma ciò non avvenne. Questo screzio ha bloccato entrambi per molti anni e si sono sentiti in colpa per diverso tempo.

La pellicola utilizza l’incipit per fornire un momento di tensione narrativo in quanto il duo, seppur rimasto in amicizia, non è del tutto in sintonia. Quell’episodio ha cambiato per sempre le loro vite e perciò, nell’inconscio, è l’elemento di tensione che gli attanaglia. Una ferita che rimarrà aperta per molti anni, in particolare per Ollio. Nel 1953, durante il tour, ritornano a collaborare e hanno scontri ed incontri che li costringeranno a risolvere una volta per tutte quella disputa, risanando la ferita.

Il film ha un sapore nostalgico notevole in quanto racconta un certo tipo di comicità che ormai è morto. La pantomima, le gag e le slapstick non appartengono più al mondo comico contemporaneo, in quanto figlie del teatrale del varietà che oramai si è perso. Uno dei pregi di questo biografico sta nel voler ricreare alcune situazioni tipiche dei classici film della coppia. Siparietti divertenti che il duo utilizzava anche nella quotidianità. Talmente a proprio agio tra di loro che ogni situazione era buona per mettere in scena gag esilaranti utilizzando gesti ed espressioni facciali. Una storia di amicizia duratura, vera, e che va al di là del cinema.

Stanlio & Ollio mostra la coppia verso gli anni crepuscolari, ma nonostante ciò, oltre alla loro grandissima amicizia, quello che emerge è la loro voglia di continuare a lavorare e strappare una risata alla gente. Una visione di comicità che è rimasta invariata per tutta la loro vita. Genuini, semplici e mai banali, con poco, potevano divertire ed intrattenere.  Tuttavia, questo “canto del cigno” è ben intuibile sin dall’incipit e perciò il tono del lungometraggio è per forza malinconico e nostalgico.

Gli attori, Steve Coogan e John C. Reilly, sono bravissimi e si sono calati perfettamente nei panni dello storico duo comico. Eccellenti nel ricreare le espressioni, quei tic invisibili, quei piccoli gesti di comicità che hanno resto Stanlio & Ollio il più grande duo comico della Storia del Cinema. Nonostante ciò, il film non è così ottimale. La regia non è bilanciata e non è in grado di sottolineare in maniera efficace e puntale le situazioni più drammatiche che vengono “sottodimensionate” per aumentare l’effetto comico delle gag. Vero che il duo è comico e perciò si è deciso di puntare prevalentemente su quel tono, tuttavia, essendo un racconto con numerosi spunti drammatici, sarebbe stato più idoneo rafforzare quel versante.

Nonostante la regia semi-invisibile, il film soffre di una sceneggiatura non all’altezza, inadeguata e scritta in modo banale e sempliciotto. I dialoghi non hanno mordente e la pellicola si mantiene su un buon livello grazie alla messinscena delle gag comiche ma, al di là di questo, non è in grado di offre dei buoni intrecci narrativi. Punta sull’effetto vintage e sulla nostalgia di un certo modo di fare commedia ma non si dimostra all’altezza del compito in quanto non sa bene se orientarsi sulla storia di amicizia, sulla comicità del duo o sull’episodio drammatico, perno dell’intera narrazione. Inoltre, il crepuscolo delle due star non è caricato di tensione e passione. Troppo breve e sbrigativa, la sceneggiatura non riesce a condensare in maniera brillante ed efficace le numerose situazioni che il duo vive durante la loro tournée nel Regno Unito. Inoltre, per aumentare il tono comico, utilizza come espediente anche i “bisticci” delle due moglie che come i mariti, ricreano situazioni sornione e battibecchi comici. Perciò, offre una ricostruzione della vicenda squilibrata e raffazzonata.

Se si paragona al biopic Charlot, che può essere equiparato a questa pellicola, Stanlio & Ollio sfigura notevolmente sotto tutti i punti di vista. Inadeguato, freddo, insipido e impalpabile. Con poco mordente, si sofferma sul crepuscolo del duo, ma sarebbe stato più idoneo raccontare una storia completa, evidenziando in modo efficace i toni drammatici. Puntare sul tragicomico e offrire uno sguardo esaustivo al leggendario duo comico. Stan & Ollio, nonostante la bravura degli attori, mostra uno scialbo episodio finale della vita dei due attori. Il materiale c’era e non è stato sfruttato adeguatamente. Peccato perché poteva essere realizzato un lungometraggio davvero interessante.

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