Copia Originale (Can you ever forgive me?) è un film drammatico di Marielle Heller, basato sulla storia vera della squattrinata scrittrice di biografie, Lee Israel (interpretata dall’ottima Melissa McCarthy), che, senza lavoro e succube dell’alcool, si è cimentata alla falsificazione di lettere di grandi scrittori per poi rivenderle a collezionisti. Una geniale truffa orchestrata per diverso tempo grazie alla sua bravura nella scrittura. Il lungometraggio, basato sull’omonimo libro redatto dalla stessa Israel, racconta tale vicenda in maniera brillante, grazie all’ottima sceneggiatura e alla bravura dei due attori principali.

Ambientato negli anni Novanta a New York, la città dalle mille opportunità e fulcro del sapere e del Mondo Occidentale. Un luogo pregno di circoli di intellettuali, di persone talentuose ed illuminate che sognato di sfondare attraverso il loro talento. Israel è una donna sola di mezza età, alcolizzata ed appassionata di biografie. Masticata e rigettata dal mondo letterario newyorkese, Lee non riesce a trovare un posto in grado di valorizzare il suo enorme talento per la scrittura e perciò, per sopravvivere, casualmente, gli viene l’idea (originale) di scrive false lettere (copie) di celebri personaggi statunitensi per poi rivenderle, spacciandole per autentiche, a quegli stessi circoli di intellettuali spocchiosi ed interessati alla fama e al collezionismo. Visto il suo talento, le falsificazioni sono quasi “meglio dell’originale” in quanto Lee si immedesima talmente bene nel personaggio che crea delle vere opere d’arte.

Come da buona storia che si rispetti, la pellicola ha come fulcro la manipolazione delle lettere per raccontare la vicenda di una donna sola, scorbutica, dalla scarsa igiene personale, con problemi nel socializzare e dal costante abuso di alcolici. È una storia di emarginazione e di castrazione del proprio talento. Indisposta e scontrosa è demoralizzata dal mondo editoriale newyorkese che preferisce puntare su scrittori mediocri, perché vendono, piuttosto che sulle capacità e sulla brillantezza degli autori che sono in grado di snocciolare scritti eruditi, Lee è costretta a trovare un ingegno truffaldino pur di sopravvive. Una sorta di rivalsa in negativo dove vengono compiuti atti illeciti pur di mostrare la propria passione e bravura. Una rivincita in un mondo imperfetto, crudele e che non lascia la possibilità di realizzare i propri sogni nonostante il proprio talento. Tuttavia, Lee non ambisce alla gloria, al cambiamento e alla prospettiva di diventare ricca e famosa. Per lei l’unica cosa importante è rimanere coerente con sé stessa, con la sua scrittura, mantenersi il suo appartamento e vivere serenamente con la sua malata gatta. La falsificazione gli permette di avere tutto ciò e gli fornisce il giusto scopo per vivere.  

Essendo una reietta, Lee stringe amicizia con il fanciullesco omosessuale Jack, un’ex scrittore anch’esso frequentatore dei circoli letterali da cui è stato ostracizzato a causa del suo essere succube alle droghe e all’alcool. Tra loro due, anime solitarie e abbandonate, nasce un rapporto di amicizia sincero, diretto e che li porta a diventare complici nelle falsificazioni. Grazie al successo della truffa e della serenità amicale, Lee ritrova finalmente un quieto vivere, una rivincita personale dopo anni di fallimenti e frustrazioni. Il terzo atto, la conclusione del film, è il momento più importante per capire finalmente la personalità di Lee che non si pente di aver truffato perché in quella parentesi della sua vita è riuscita, finalmente, a essere sé stessa e di aver dato sfogo alla sua scrittura. Anzi, è grata a quell’esperienza. Non ha mai sognato di frodare le persone e di essere ricordata per le sue malefatte, tuttavia, orgogliosa, è contenta di aver trovato il coraggio di aver trovato un ingegno che le ha permesso di valorizzarsi e di mostrare il suo versatile talento letterario.

La pellicola mette in risalto tutto ciò con ironia e con battute taglienti ed efficaci. Una rappresentazione sincera e veritiera dell’autrice e del mondo reprimente dell’editoria letteraria. Una storia senza gloria, dimenticata ed inusuale che viene proposta in questo bellissimo lungometraggio. Copia Originale è un film ben riuscito, non solo grazie all’ottima struttura narrativa, ma anche dalle magnifiche interpretazioni che danno spessore e umanità ai personaggi. Melissa McCarthy si rivela un’attrice versatile ed adatta a rappresentare la spigolosa e svuotata scrittrice, mentre Richard E. Grant si conferma un abile caratterista. Il suo Jack è la personificazione dell’eterno bambino che però è marcio nei modi, un emarginato, un senzatetto senza dimora che, alcolizzato, si può trovare in qualsiasi bar del proprio quartiere.

In conclusione, Copia Originale è un bellissimo film. Atipico e scritto molto bene, presenta una storia inusuale su una storia di rivalsa in negativo di una donna che ha trovato il modo di sfruttare il proprio talento per mantenersi. Interpretato ottimamente, il lungometraggio presenta una riflessione sul mondo letterario e sulla miopia degli editori nell’incoraggiare i talenti.

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