Spesso gli Stati Uniti guardano i loro “cugini” inglesi del settore cine-televisivo per addocciare prodotti innovativi, accattivanti e dall’ampio potenziali. Opere sperimentali, originali e realizzate in maniera ottimale dal punto di vista estetico. In particolare, le emittenti tv americane hanno sempre tenuto d’occhio Channel 4, un network britannico che spesso realizza opere d’avanguardia e che da sempre si è contraddistinto per originalità e sperimentazione. Conti alla mano, sono già tantissime serie tv provenienti da quel canale british che hanno ricevuto il trattamento “all’americana” e sono state riadattate attraverso un remake dal budget più consistente e con mezzi più imponenti. Da Queer as Folks a Skins sono tanti i serial che hanno ottenuto un remake statunitense suggellando una sorta di contaminazione tra questi due paesi. Lo stesso Black Mirror in origine era una serie antologica sviluppata da Channel 4 prima di “sbarcare” su Netflix e di diventare popolare in tutto il mondo.

Dopo tanti anni di gestazione arriva su Prime Video il remake americano della bellissima e innovativa serie di Dennis Kelly, Utopia (del 2013). A prendere le redini del rifacimento, Gillian Fynn, autrice della serie Sharp Objects e di Gone Girl, che decide di non discostarsi tanto dall’opera originale, ampliando la mitologia e allargando la cospirazione ad un livello più alto. La serie arriva in un momento particolare ed è di forte impatto visto il periodo pandemico che stiamo vivendo, pertanto Prime Video ha dovuto inserire un inserto scritto, prima degli episodi, specificando che lo show non ha alcuna attinenza con all’attualità. Tuttavia, dato l’attuale periodo, è normale valutare la serie anche in base a questa prospettiva e sembra quasi di assistere ad una docuseries, in quanto, purtroppo, ci sono tantissimi punti in comune con la situazione attuale del coronavirus. Quindi se anni fa la storia poteva essere inverosimile e assolutamente distaccata dalla realtà, oggi non sembra più cosi impossibile. Utopia è stata realizzata prima e, seppur sia esageratamente grottesca, cospiratoria e surreale (per certi aspetti), gioca sulla realtà e finzione. Molte cose sono plausibili mentre altre sono, ovviamente, forzature narrative che però vengono dettate da uno sviluppo organico in quanto mostra con convinzione tutta la forza di persuasione della massa e di come i poteri forti possano dire la loro su questo mondo, orchestrando cospirazioni ad alto livello. Logicamente, la serie estremizza tutto in modo violento e brutale e niente di tutto ciò ha legami con il Covid-19.

Gli snodi narrativi rimangono pressoché invariati rispetto alla serie originale di Kelly del 2013, in cui un gruppo di nerd è alla ricerca di un misterioso fumetto, Utopia, che in sé racchiude la più grande cospirazione mondiale relativa ad un virus mortale. Braccati da una misteriosa organizzazione criminale, il gruppo trova la sua eroina, Jessica Hyde, una guerriera brutale e violenta anch’essa alla ricerca del fumetto per scoprire le sue origini.

Il remake allarga la cospirazione e presenta una doppia prospettiva: quella dei buoni e quella dei cattivi. Sin dal primo episodio si può evidenziale questo duopolio e man mano veniamo a conoscenza della vera cospirazione, dei suoi meccanismi, di come viene orchestrata e in che modo le persone vengono manipolate per raggiungere un determinato scopo. Se la serie originale preferiva mantenere una certa distanza dai “cattivi”, scegliendo di concentrarsi sull’enigma e sul gruppo di nerd, preferendo uno svelamento progressivo e sbalorditivo, il remake sceglie di mostrare tutte le dinamiche della manipolazione e del lavaggio del cervello. Una dualità, una sorta di doppia personalità che simboleggia anche l’ambiguità dei personaggi della serie. Ognuno pensa di essere dalla parte del giusto ma entrambe le fazioni commettono omicidi e ingannano il prossimo attraverso atti di manipolazione, compiendo efferati omicidi a sangue freddo. Il doppio lato della medaglia serve anche per offrire più prospettive e più pensieri. Una multi-prosettiva che aiuta a comprendere le motivazioni di entrambi gli schieramenti e a distaccarsi dall’originale per offrire maggior aderenza nei temi cari agli statunitensi (cospirazione, lavaggio del cervello).

Flynn allarga la mitologia di Utopia proponendo tematiche chiave e care agli Stati Uniti. L’America è sempre stato il paese ricco, delle mille opportunità e dell’assoluta libertà. Certo, è anche lo Stato più prepotente, dominante e paranoico nei confronti dei complotti nazionali. Pertanto la serie mostra tutti i tasselli della cospirazione. Come viene messa in atto e quali sono le sue dinamiche. In particolare sottolinea come le persone e le masse possano essere manipolate con semplicità facendo leva sulla paura e sull’isterismo collettivo, creando panico e caos. Una leva imponente e incontrollabile che rende le persone mansuete e illogiche. Inoltre si concentra su una sorta di culto, di una setta controllata da una multinazionale che è in grado di tenere in scacco il sistema attraverso depistaggi orchestrati bypassando il sistema agendo in modo deviato e parallelo a quello legale. Culto che sfrutta il lavaggio del cervello inculcando ai bambini adottati la loro visione, convincendoli di avere uno scopo più alto e di essere una sorta di salvatori, dei martiri che si devono immolare per la sopravvivenza della specie umana. Tutti elementi che nella versione britannica vanivano citati ma mai sviluppati in maniera approfondita. Quindi il rifacimento ci mette in evidenza alle dinamiche cospiratorie e assistiamo in prima persona alla storia.

Il motore per avviare l’intera vicenda è il fumetto che viene utilizzato come Mcguffin, come elemento per dare il via alla storia che però ha un’importanza narrativa vitale in quanto racchiude il segreto dell’intera cospirazione. È l’enigma da risolvere ed è il fulcro di tutto. Se Utopia Uk utilizzava anche una sorta di estetica simbolica che si riferiva al modo fumettistico (anche a livello di costumi dal colore sgargiante), il remake preferisce sfruttare questo elemento più come una guida, un enigma. Un percorso da seguire. Difatti, dal punto di vista estetico, non ci sono colori sgargianti e né tantomeno una fotografia strutturata come tavole fumettistiche. Pochi richiami a quell’arte, tranne che per una citazione (il borsone a mò di sorriso fumettistico che ricorda la spilla del Comico di Watchmen) che in realtà strizza l’occhio alla serie originale. Sceglie una fotografia più grezza, dura, cruda e oscura. Quasi più focalizzata sulla realtà, aumentando notevolmente il fattore umano. Anche a livello di costruzione dei personaggi, il rifacimento si conferma più orientato a rendere la storia plausibile, veritiera, perché l’originale giocava sulla caricatura proponendoli quasi sovracaricaturati, fumettistici. Asettici e indistruttibili, il remake, attraverso la sua pluralità agisce in maniera più umana, proponendo un’eroina problematica, violenta che intraprende un percorso di umanizzazione. Il nucleo principale è più eterogeneo rispetto quello inglese, sia come età, come reazione e come etnia. Ognuno di loro ha un momento di gloria e ha un proprio percorso evolutivo ben strutturato e lineare. Hanno motivazioni semplici e seppur vengano catapultati nella cospirazione, il nucleo principale ha una crescita e acquisisce consapevolezza.

Essendo un adattamento USA, la storia è ambientata negli Stati Uniti e perciò ci sono luoghi e riferimenti culturali tipici di quello stato, come ad esempio la convention fumettistica che si vede nel primo episodio poiché quelle manifestazioni sono in voga in America. Anche a livello di scala, di messinscena, questo remake rende il tutto “più grande”, il rischio pandemico della serie è già molto importante e rischioso mentre nella storyline britannica è solo all’inizio. Gioca meno sulla ripetitività, un elemento cardine della narrazione fumettistica. Mi viene in mente come Utopia Uk sfruttava la domanda “Where is Jessica Hyde?” che veniva utilizzata quasi come una litania che si riproponeva puntata dopo puntata, mente il remake preferisce sfruttarla in maniera meno intesa e carica. Preferisce distaccarsi e crearne una sua, nuova, più inquietante e che fa riferimento alla setta antagonista, Home, il cui patriarca ripete come un mantra What have you done today to earn your place in this crowded world?. Frase che fa capire la finalità della cospirazione e rende la vicenda accattivante.

La serie britannica era più votata al mistero e alla suggestione, mentre questo è più un thriller cospirativo.  Sfrutta di più il fattore umano e trasmesso in quest’anno dove stiamo vivendo una reale pandemia, la storia aumenta di intensità e di empatia.

Ci sarebbe tantissimo da analizzare in una storia così articolata e ricca di suggestioni. Sia a livello testuale che di tematiche, Utopia è la storia cospirativa per eccellenza dove avvengono conflitti morali importanti che portano ad una riflessione globale.

Per concludere questo lungo scritto, l’adattamento statunitense di Utopia si rivela ben riuscito. Uguale ma diversa dall’originale, la serie sfrutta i medesimi canovacci narrativi e ne amplia la mitologia per realizzare un ottimo thriller cospirativo pieno di conflitti morali universali. Tanti colpi di scena e pluralità di sguardi. La duplice prospettiva, buone-cattivi, si rivela azzeccata e il fatto di mostrare le due fazioni e la costruzione della cospirazione permette di vivere in prima persona la storia che si rivela appassionante e intrigante. Alla fine parla di temi universali che si possono apprezza in qualsiasi medium e la storia, molto valida, può essere adattata per qualunque nazionalità. Avvincente, ben scritta e strutturata, amplifica la portata a livelli esponenziali e conduce ad una riflessione morale su un tema controverso e attuale. Poi, uscendo ora, la serie ha una risonanza incredibile in quanto la reale pandemia di coronavirus ne accresce l’emotività. Merita e lascia la porta apertissima ad un secondo ciclo di episodi che speriamo sia all’altezza perché la versione britannica falli proprio nella sua seconda parte. Vi lascia con la celebre frase del Dr. Kevin Christie – What have you done today to earn your place in this crowded world?.

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