Tra le numerose serie tv pubblicate da Netflix, The Umbrella Academy si è rivelata una delle più interessanti ed efficaci della passata stagione seriale. A fine luglio (31) è stata rilasciata la seconda parte che continua le avventure della famiglia Hargreaves.

Questa seconda stagione ripropone gli stessi toni e le stesse caratteristica che hanno reso vincente la prima stagione. Consolida la trama di fondo e, lentamente, allarga la propria mitologia infittendo i propri misteri che intrigano in quando più ci si avvicina ad una ipotetica scoperto e più ci si allontana dalla verità. Questo nuovo ciclo di episodi non presenta nessuna grossa novità. Tuttavia, compie, in modo egregio, il suo dovere primario: Intrattenere.

Se la prima stagione si basava sul primo libro a fumetti di Gerard Way e Gabriel Bá, questa si discosta dal fumetto e prosegue su una linea propria. La storia prosegue le avventure dei sei membri della famiglia Hargreaves che per scampare dall’Apocalisse sono costretti a saltare indietro nel tempo. Tuttavia, Numero 5 sbaglia e perde i suoi fratelli in anni differenti, spargendogli negli anni 1961-1963. Costretto a riunire la famiglia per sopperire ad una nuova Apocalisse scaturita dal mancato assassinio di Kennedy, 5 e i suoi fratelli vivranno delle nuove bizzarre avventure spazio-temporali per scampare alla fine del mondo.

Il plot non è molto dissimile a quello della precedente stagione. Infatti, propone gli stessi canovacci cambiando il perno centrale della storia e allargando i misteri. Sono presenti numerosi personaggi e sottotrame. C’è tanta carne sul fuoco e i dieci episodi scorrono velocemente grazie ai numerosi eventi che succedono. Certo, a volte la storia è troppo ricca e c’è il rischio di creare confusione, tuttavia gli snodi più importanti sono gestiti con i giusti tempi e hanno una progressione coinvolgente. Sono comprensibili dal punto di vista di crescita dei personaggi e le new entry nel cast arricchiscono l’avventura che offre il giusto mix di azione, bizzarria e comicità.

Nonostante la storia piena di scene d’azione e di eventi che si susseguono in una vertiginosa progressione verso un climax apocalittico, la serie mantiene inalterato l’intimismo tra i personaggi, le relazioni tra fratelli non consanguinei e si conferma più introspettiva della precedente con vene drammatiche profonde e significative. Pur essendo un grosso prodotto d’intrattenimento, i personaggi sono caratterizzati in modo coerente con conflitti personali molto ben strutturati e sfaccettati. Vivono tormenti d’animo molto profondi che spesso sono il riflesso di molte preoccupazioni che viviamo tutti noi nella vita quotidiana. In questa seconda stagione viene dato più spazio a Ben, il fratello morto, che compare spesso come fantasma e si rivela essenziale per la risoluzione finale di questo ciclo. La sua risoluzione raggiunge un climax drammatico funzionale alla storia e chiude definitivamente una sottotrama che ha radici importanti all’interno della mitologia della Umbrella Academy.

Tutto ruota sull’assassinio di J.F. Kennedy a Dallas nel 1963, evento tragico che ha segnato profondamente gli Stati Uniti che è già stato utilizzato in altre produzioni cine-televisive come snodo storico fondamentale per il cambiamento del mondo intero. Anche in questa serie, il fulcro della salvezza passa attraverso questo importante tragedia che si rivela usata come perno dell’intera storia. Il punto centrale che fa confluire tutte le storyline. Essendo uno dei più grandi misteri della storia statunitense l’assassinio di Kenney è diventato lo snodo spazio-temporale centrale in cui il mondo è stato profondamente segnato.

Questa seconda stagione si conferma anche eccellente dal punto di vista della colonna sonora composta prevalentemente da cover di note canzoni, utilizzate prettamente per creare uno scarto, un conflitto con l’azione mostrata (ad esempio nella prima puntata dove c’è la canzone Fly me to the Moon cantata da Sinatra con lo scoppio dell’Apocalisse) . Non sempre c’è legame coeso tra la canzone e la scena che si sta assistendo e perciò l’utilizzo della musica mira a creare nuove suggestioni emotive, mirando ad istaurare un moto introspettivo, riflessivo dove lo spettatore e i personaggi stessi possono riflettere sulle conseguenze di una determinata azione.

Questa seconda stagione di The Umbrella Academy si rivela una buona serie di intrattenimento. Offre il giusto mix tra comicità e dramma e offre spunti riflessivi notevoli con un ritmo incalzante e avventuroso. Ci sono numerosi colpi di scena e momenti bizzarri che divertono e altri che servono per allargare la mitologia dello show che inizia a seminare importanti scoperte sulla famiglia Hargreaves. Volutamente un ricalco della precedente stagione, lo show non propone niente di nuovo, ma si rivela interessante e porta il nucleo protagonista ad un livello di crescita, preparando il terreno per una nuova stagione più complessa e ricca dal punto di vista del mistero. Una buona storia spazio-temporale che mostra, in modo più incisivo ed efficace, tutti i crismi della precedente stagione, mantenendo inalterato il plot. Buon intrattenimento.

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