Un’inedita ed insolita “favola fantascientifica”.

Da Interstellar in poi il tema dei viaggi spaziali sembra aver preso sempre di più una piega intimista in cui, più che il viaggio in sé o la scoperta di nuovi mondi, a farla da padrone sono soprattutto i sentimenti umani e la percezione temporale di essi.

Anche una regista come Claire Denis, che di questi temi è esperta avendone fatto da tempo il focus della propria carriera (basti pensare a Cannibal Love-Mangiata Viva), si cimenta dunque in questo genere portando la sua visione ma soprattutto il proprio particolarissimo stile.

High Life è un film del 2018 che narra di un gruppo di condannati all’ergastolo la cui pena viene commutata con un “lavoro socialmente utile” che questi dovranno fare per l’umanità. Questi, infatti, seguiti dall’enigmatica dottoressa Dibs (Juliette Binoche) dovranno compiere un viaggio nello spazio alla ricerca di energie rinnovabili per il pianeta, ormai sull’orlo del disastro ambientale (una situazione simile, per l’appunto, al film di Christopher Nolan). Quello che non viene detto loro è che il viaggio è a senso unico: di fatto è sempre un ergastolo solo che viene scontato sullo spazio e non sulla Terra. I detenuti quindi si trovano costretti a vivere il resto della loro vita su un’astronave alle dipendenze della misteriosa scienziata che impone loro un rigido codice di comportamento atto a controllarli (ma la parola giusta sarebbe “dominarli”) dal punto di vista delle loro pulsioni, sessuali ed emotive.

L’attrice Juliette Binoche, co-protagonista di “High Life” in un fotogramma del film. su gentile concessione di Movies Inspired.

La dottoressa Gibs diventa ben presto una sorta di “domina” in questa ristretta comunità, che tratta a proprio piacimento gli abitanti dell’astronave, condannandone alcuni alla sterilità, mentre altri costringendoli a rapporti non voluti, fino a riuscire ad avere una bambina con uno di loro, Monte, interpretato da un inedito e intenso Robert Pattinson.

Ben presto la storia quindi si trasforma quindi in una sorta di thriller particolarmente claustrofobico in cui l’intera vicenda è raccontata a ritroso tramite flashback dello stesso Monte, unico sopravvissuto dell’astronave che deve riuscire a sopravvivere prendendosi inoltre cura della figlia, con l’unica speranza di salvezza in un “nuovo Sole” come una nuova Terra Promessa in cui poter vivere.

La costruzione narrativa è certamente l’elemento più interessante del film: tutto quanto viene spiegato unicamente tramite i flashback di Monte, il che rende tutta la vicenda giocata su un onirismo costante in cui realtà e sogno (incubo per lo più) sono continuamente interscambiati e interscambiabili. I vari pezzi del thriller (comprese le varie morti degli altri membri dell’equipaggio) rimangono misteriose fino alla loro rivelazione. Questo dona alla pellicola un buon ritmo narrativo e una motivazione per procedere fino alla fine della visione controbilanciando la lentezza di alcune scene che, per motivi stilistici, scelgono di ridurre al minimo l’uso della musica e del suono in generale, quasi a voler far provare direttamente allo spettatore la stessa sensazione di trovarsi nello spazio ovattato in cui si muovono gli stessi personaggi.

Si tratta di una storia che ama prendersi il proprio tempo, dilatandosi in alcune storylines di sottofondo ma sempre tornando al suo focus principale ossia i rapporti umani e di potere all’interno di una “comunità” di persone.
Un’opera complessa e variegata che riesce però nel suo intento di catturare l’attenzione dello spettatore con il suo stile ipnotico.

Per molti aspetti questa pellicola è certamente debitrice dello stile “nolaniano” ma riesce però a ritagliarsi un suo spazio di originalità rifugiandosi nell’effetto WOW e giocando molto di più sugli stereotipi del genere fantascientifico. Il finale stesso, con la sua flebile speranza per un futuro migliore, sembra inoltre richiamare il tutto al genere della fiaba. Una “fiaba fantascientifica” in cui esistono i mostri ma, per fortuna, anche i personaggi positivi e i legami famigliari autentici e sinceri, come quello di Monte e di sua figlia, portatori sani di umanità, nel vero senso della parola.

La pellicola verrà distribuita in Italia dal 6 agosto, direttamente nei cinema grazie alla casa di distribuzione Movies Inspired. Un’ottima occasione per poter gustarsi una storia profonda e significativa nel luogo dove, più di ogni altro, questa merita di essere vista.

Robert Pattinson, protagonista di “High LIfe” in un fotogramma del film, su gentile concessione di Movies Inspired.

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