Testimonianza originale e appassionata di un’epoca e di un gruppo di amici che hanno fatto la storia della musica italiana.

Gli anni 60 sono stati un periodo di grandi cambiamenti sociali e politici, ma anche artistici e, soprattutto musicali. Il Canzoniere delle Lame ne è stato uno degli indiscussi protagonisti per quanto riguarda il panorama italiano. Il gruppo folk-rock nacque nella città di Bologna (il nome prende spunto dal quartiere Lame) per opera dei due co-fondatori Janna Carioli e Gianfranco Ginestri, per poi passare a contare almeno 9 presenze fisse sul palco, più una cinquantina fra tecnici e collaboratori. lungo tutto il corso della loro storia (dal 1967 a 1987).

Ma è il gruppo dei componenti “storici” il soggetto di un’interessante e particolare reunion che il regista Filippo Vendemmiati (già autore di È stato morto un ragazzo e Meno male è lunedì) mette in scena in Gli anni che cantano, evento conclusivo della sezione Biografilm Art & Music del Biografilm Festival 2020.

In un lungo confronto generazionale con alcuni esponenti della scena musicale contemporanea bolognese (Giacomo Gelati di Altre di B e Alberto Cazzola di Lo Stato Sociale) il gruppo ripercorre le varie tappe della sua esistenza proprio come se fossero all’interno di un tour organizzato. Su un pulmino rosso fiammante, infatti, i membri del Canzoniere e il frontman di Altre di B, si scambiano riflessioni e piccoli e grandi aneddoti della storia del gruppo, viaggiando lungo i luoghi-simbolo del Canzoniere.

Attraverso la storia del Canzoniere delle Lame, il documentario cerca di fare luce su una precisa epoca storica, con tutte le contraddizioni e avvenimenti che la caratterizzano, e riflette sul senso “politico” dell’arte, attraverso la vicenda di un gruppo musicale che ha fatto di questo binomio (arte-politica) la ragione della propria esistenza. Tutto questo grazie al lavoro enorme di found footage tra documenti, foto e video d’epoca, registrazioni audio, materiale vario e variegato proveniente dalla Biblioteca Lame-Malservisi, sede dell’Archivio Storico del Canzoniere delle Lame, che racchiude tutta la storia del gruppo musicale.

Non mancano anche riflessioni sul mondo contemporaneo con cui i protagonisti si confrontano tramite “guest star” come le operaie dell’azienda bolognese La Perla, con cui improvvisano un simpatico concerto canoro in Piazza Maggiore.

Seguono poi aneddoti più o meno ironici sulle varie tournée estere (Berlino Est, Cuba…) e sull’origine delle canzoni più famose (tra cui la celebre Al Cantagallo). Una testimonianza eccezionale di un certo tipo di cantautorato popolare, unico nel suo genere, e di un’esperienza musicale che non ha avuto più eguali. Allo stesso tempo si tratta di un punto di vista inedito per raccontare il periodo degli Anni di Piombo e, in generale, il Secondo Dopoguerra (non solo italiano).

Un’epoca che appare, oggi, lontana ma, sotto certi aspetti, anche molto vicina. Trattata però sempre con un piglio ironico e goliardico, in un unico grande karaoke di un’ora e mezza che divide i vari segmenti del racconto e riesce nell’intento di tenere desta l’attenzione dello spettatore e a rendere più “pop” elementi e argomenti storici che, altrimenti, sarebbero stati poco digeribili.

La pellicola di Vendemmiati quindi restituisce una testimonianza inedita e viva di persone che sono state protagonisti di un’epoca particolare. Non si tratta però soltanto di una mera agiografia ma di un vero e proprio percorso creativo che viene ricostruito come modello ispirazionale per un’arte più consapevole e politica, con tutte le accezioni che questo termine comporta.

Un documentario che esprime vita e allegria da ogni fotogramma, e che inneggia alla partecipazione, forse l’augurio migliore per questa edizione del Biografilm Festival che coincide con un periodo altrettanto “particolare” in cui se ne sente più che mai il bisogno.

Scena tratta dal film “Gli anni che cantano” di Filippo Vendemmiati (su gentile concessione di Biografilm Festival).

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