Dalla Commedia dell’Arte alla “televisizzazione” del teatro veneziano con Cesco Baseggio, passando per Gozzi e Goldoni, Ruzante e Gallina e raccontando mille divertenti aneddoti sulla vita teatrale veneziana, senza dimenticare il Teatro La Fenice e la sfera musicale, inscindibilmente legata ai teatri cittadini.

È il “Viaggio nel Teatro Veneziano”, dodici brevi filmati in forma di storytelling narrati da Alberto Toso Fei via web per il Settore Cultura del Comune di Venezia, e dedicati alla storia curiosa e minimale del teatro veneziano e dei protagonisti che ne fecero le fortune, oltre a una serie di aneddoti gustosissimi e sconosciuti al grande pubblico per aderire anche così a #iorestoacasa in attesa che anche i teatri riaprano.

L’obiettivo, assieme a quello naturale dell’intrattenimento domestico, ai tempi del contagio, è comunque più ambizioso e strutturato: da un lato fornire informazione e divulgazione di un aspetto forse meno conosciuto della vita veneziana del passato, che ha invece lasciato moltissimo alla cultura generale del paese e del mondo (basti pensare che Carlo Goldoni “inventò” il teatro moderno, e Antonio Vivaldi quei passaggi orchestrali solistici che oggi ci sembra così naturale ascoltare in un componimento d’ensemble); dall’altro quello di lasciare testimonianza all’interno di un progetto breve e “leggero” ma strutturato, di ciò che ha significato la parola “teatro” per secoli, a Venezia.

Da martedì 12 maggio per sei settimane (fino a venerdì 19 giugno), ogni martedì e venerdì alle 14, sarà dunque postato un video sulla pagina Facebook del Teatro Toniolo (link: https://www.facebook.com/TeatroToniolo/?ref=bookmarks), e poi rilanciato su altri canali social; le diverse puntate saranno narrate con un andamento idealmente cronologico.

Ed ecco che intorno a una ideale “platea” del web prenderanno vita le origini – in qualche caso sorprendenti – di alcuni fra i personaggi più conosciuti della Commedia dell’Arte (Pantalone, Colombina e Arlecchino, veneziano di “importazione” come molti lagunari della storia), ma anche curiosità della vita di Carlo Goldoni e Carlo Gozzi, e di come in un paio di casi i loro lavori furono causa di scandalo, come le gozziane “Droghe d’Amore”, che nel 1777 costarono l’elezione al dogado del potente Andrea Tron per l’imprudenza della moglie Caterina Dolfin. I teatri veneziani furono luoghi di perdizione e dissolutezza (le donne sposate vi andavano mascherate), ma anche di produzione d’avanguardia e di sperimentazione rivoluzionaria: fu al Teatro di San Cassiano che nel 1637, per la prima volta nella storia, il pubblico pagò un biglietto per accedere allo spettacolo. Ma si parlerà anche dei Casanova: non del solo Giacomo Casanova che – sebbene giovane violinista al teatro di San Samuele – da solo non darebbe l’idea della complessità dell’intera famiglia, dedicata in gran parte all’arte del teatro. In particolare la madre, Giovanna Farussi “la Buranella”. Infine, all’interno dei teatri avveniva un po’ di tutto: “Viaggio nel Teatro Veneziano” narrerà di una danzatrice che si salvò dall’esilio grazie alla sua insospettabile verginità e del dono singolare di una nobildonna veneziana, che rispose letteralmente per le rime ai suoi simpatici detrattori.

Insomma ad andare in scena, con filmati rigorosamente girati e composti a casa, sarà il meglio della tradizione teatrale veneziana: e tutto avverrà attraverso quella narrazione che da sempre sta al centro del lavoro dello scrittore Alberto Toso Fei, che ha fatto del recupero della tradizione orale e delle storie veneziane “perdute” una vera missione, divenendo un cacciatore di storie che hanno ispirato i suoi numerosi libri pubblicati in diverse lingue (in Italia con Marsilio, Newton Compton, Studio LT2…) oltre ad animare le sue performance e i recital veneziani focalizzati sullo storytelling. Un lavoro cominciato quando Toso Fei, veneziano dal 1351 e discendente da una antica famiglia di vetrai di Murano, iniziò a trascrivere le tante storie raccolte dagli anziani, ricostruendo, tra leggenda, mito e Storia, una narrazione che oggi gli viene riconosciuta a livello internazionale. Uno dei suoi ultimi libri – la graphic novel «Orientalia, mille e una notte a Venezia», illustrata da Marco Tagliapietra – che si ispirava a un grande classico della narrazione orale di novelle condivise nella lettura collettiva, è stata candidata al Premio Strega nel 2017.

Alberto Toso Fei, che in questo periodo di isolamento ha spopolato sul web con il “Decamerone veneziano”, un appuntamento in diretta sulla pagina Facebook “Venezia in un Minuto” che ha raggiuto oltre 20.000 persone con le storie veneziane – ogni notte a mezzanotte per 50 giorni consecutivi, e ora ogni mercoledì alle 23 – dà dunque ora un nuovo appuntamento ogni martedì e venerdì, a partire dal 12 maggio, alla stessa ora (le 14.00), per raccontare storie di teatro e di teatranti.

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