“Cosa resterà di questi anni ’10?”
Se Raf facesse il critico cinematografico potrebbe cominciare così questo articolo. È veramente un’impresa riassumere in pochi titoli quello che è stato il periodo 2010-2019, un decennio che ha segnato non pochi cambiamenti per quanto riguarda il mondo del cinema e dell’audiovisivo in generale. Dominata dai Cinecomic, questa decade ha segnato un profondo cambiamento nell’entertainment in quanto si sono affermate realtà di streaming che hanno modificato la nostra fruizione dell’audiovisivo. Inoltre, questi anni saranno ricordati per essere stati caratterizzati dal (quasi) monopolio della Disney – con l’acquisizione della 21th Century Fox, la Casa di Topolino è ormai leader del mondo audiovisivo. Un’acquisizione epocale e che porterà ripercussioni anche nel prossimo decennio.

Ecco dunque le nostre Top Ten, realizzate da alcuni dei redattori di Cineon, che pensiamo possano riassumere il decennio appena passato… o quantomeno dare consigli per recuperare perle che forse vi siete persi per strada negli ultimi dieci anni!

Buona vision… ehm lettura!

ERICA BENEDETTELLI

«Qual è il parassita più resistente? […] Un’idea. Resistente, altamente contagiosa. Una volta che un’idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla».

Ecco una delle perle che questi (secondi) dieci anni cinematografici ci hanno lasciato. Come non si potrebbe essere d’accordo con Dob Comm in Inception quando ti accingi a fare una delle selezioni cinematografiche più complesse degli ultimi anni? Qual è l’idea persistente che funge da catalizzatore in una marea spettacolare?

La regia, la sceneggiatura o, banalmente, la storia di un film?

Tutte o nessuna di queste: è il film, quello che quando l’hai visto ti precipiti a scrivere agli amici «corri al cinema a vederlo», o quello che ti fa riflettere e discutere per ore, ed è, semplicemente, quello che ti ronza in testa e saresti disposto a rivederlo a loop solo per stare altre due ore nel tuo mondo.

Nella mia lista, quindi, non c’è distinzione di genere, nazionalità o classifica perché di fronte a questi motivi si è tutti uguali. Quindi ecco i miei 10 film da vedere (o rivedere):

1. Inception, Christopher Nolan, 2010

Perché dopo dieci anni dalla sua uscita c’è ancora chi parla del suo finale. Un viaggio stratificato e complesso nel mondo dei sogni, dove è soprattutto lo spettatore a dover mantenere l’equilibrio senza riuscirci pienamente. Un plauso va senza dubbio alle musiche di Hanz Zimmer.

2. Questione di tempo (About time), Richard Curtis, 2013

Perché sapere di poter cambiare il passato è bellissimo, ma anche rischioso. Cosa faresti se avessi la possibilità di cambiare il tuo passato in pochi instanti? Da dove partiresti? Film divertente, per niente banale che nasconde più di un significato.

3. Smetto Quando Voglio, Sydney Sibilia, 2014

Perché anche i ricercatori (italiani) meritano di avere la loro scena. Una commedia sul precariato e sulla realtà dei “cervelli” nostrani che si avvicina molto a un prodotto internazionale per regia e sceneggiatura e che merita sicuramente un posto in questa classifica.

4. Interstellar, Christoper Nolan, 2014

Perché se amate la fantascienza questo è il massimo che il cinema contemporaneo può offrirvi. Con la collaborazione del fisico teorico Kip Thorne, Nolan porta lo spettatore in un whormole, con veicoli spaziali reali e 66 minuti girati in IMAX, e lo fa viaggiare in un modo incredibile.

5. Inside Out, Pete Docter, 2015

Perché anche la tristezza merita il suo posto nel mondo. Gioia, Rabbia, Paura e Disgusto vivono nella testa di Riley in compagnia di Tristezza, emozione che appare quanto mai inutile e combinaguai. La sua presenza però è tutt’altro che scontata ed è, anzi, inaspettata.

6. Dio esiste e vive a Bruxelles (Le Tout Nouveau Testament), Jaco Van Dormael, 2015

Perché se ognuno sapesse realmente dove sta andando forse cambierebbe la sua strada. E se non fosse Dio il buono? Il regista belga con questo film affrontare religione, morte e femminismo in un modo così ironico, così sottile, da sembrare surreale.

7. Perfetti Sconosciuti, Paolo Genovese, 2016

Perché è un “Black Mirror” italiano. Se ognuno mettesse a nudo i segreti nascosti nel proprio telefono davanti al proprio partner o ai propri amici cosa accadrebbe? Quante storie ne uscirebbero rovinate? Con 12 remake nati da questa pellicola e due David di Donatello, questo film merita di essere visto.

8. Il diritto di contare (Hidden Figures), Theodore Melfi, 2016

Perché anche le donne contano (e molto). Dalla Nasa alla società segregazionista statunitense, tre donne di colore si distinguono dalla massa: usando solo la loro mente e le loro capacità sono riuscite a farsi valere e questo ha cambiato la storia mondiale.

9. Ammore e Malavita, Manetti Bros., 2017

Perché un musical italiano è tutta un’altra storia. Se siete un po’ saturi della criminalità organizzata cinematografica, con le classiche tematiche, questo film viaggia su tutto un altro livello. I valori aggiunti sono la colonna sonora e la regia indiscutibile.

10. Ready Player One, Steven Spielberg, 2018

Perché se hai nostalgia del passato questo film ti porta indietro nel tempo, dal 2045. Nel mondo di OASIS si riscopre la cultura degli anni ’80, si rivivono le emozioni dei videogiochi e, non per ultimo, si lancia un piccolo grande omaggio al cinema.

 

DANIELE MARAZZANI

Nel scegliere la lista dei miei migliori film del decennio ho preferito puntare su film che mi hanno fatto venire voglia di vederli più volte. Forse sono stato mainstream con scelte ovvie ma ho preferito scegliere questi in quanto mi hanno segnato di più sotto tanti punti di vista. Sono entrati a far parte della mia memoria e per me sono dei capolavori. Generalmente non amo le classifiche, ma in questo caso ho preferito puntare su pellicole da me amate, fregandomene dei lungometraggi di nicchia, semplicemente perché sarebbe stato troppo snob o provocatorio citare film poco noti solo per distinguersi dalla massa. Vero che il compito di un critico e di mettere in luce un titolo poco noto ed evidenziarlo alle masse, ma, generalmente, un film d’essai non è adatto a tutti. Perciò sono andato sul semplice e su prodotti alla portata di tutti.  Questo mix di dieci film che ho scelto rappresenta l’essenza del mio essere. Grazie a quei film sono cresciuto come persona. Mi hanno dato tantissimo sia sotto il profilo cinefilo, d’intrattenimento e d’autore.

1. The Master, Paul Thomas Anderson, 2012

Adoro questo regista, per me uno dei migliori di sempre. Avrei messo tutti i suoi film in questa lista. Ho scelto The Master perché adoro lo scontro tra dialettico tra Phoenix e Seymour Hoffman. Superbo ed impeccabile sotto ogni punto di visto. Duro e crudo.

2. Mad Max: Fury Road, George Miller, 2015

L’ho già visto decine di volte. Un road movie che tiene incollati per tutto il tempo. Adrenalina allo stato puro. Veloce, moderno e brillante sotto il profilo tecnico. Ha scene di forte impatto visivo ed è puro intrattenimento.

3. Prisoners, Denis Villeneuve, 2013

Villeneuve è forse il regista del decennio. Per me, non ha sbagliato un lungometraggio. Ho scelto questo film perché lo trovo perfetto dal punto di vista della suspense e della gestione del climax. Un crescendo clamoroso che, nonostante l’ampia durata, sbalordisce in ogni scena

4. Melancholia, Lars Von Trier, 2011

La scena di incipit è sublime, da antologia del Cinema. Musica classica con scene oniriche di assoluto livello registico. Piena di mistero, melancolia, storia del cinema, è una delle pellicole che racchiude tanto sapere filmico. Una storia apocalittica raccontata con un’estetica raffinata che è in grado di colpire per la sua brutale cattiveria.

5. Birdman, Alejandro González Iñárritu, 2014

Che dire, il primo film fatto interamente in piano sequenza. Geniale. Una satira sul genere cinecomic (genere di punta del decennio). Scene superbe e con un ritmo accattivante. Filosofico e riflessivo.

6. Tree of Life – L’albero della vita, Terence Malick, 2011

Fotografia immensa. Micro e Macrocosmo in simbiosi per raccontare una storia che parla di filosofia e di religione. Intensa con delle scene meravigliose (la nascita dell’universo). Sublime e sbalorditivo. La storia di una famiglia messa in relazione con la nascita del cosmo.

7. Gravity, Alfonso Cuarón, 2013

Dal punto di vista tecnico il film è impressionante. Un survival movie nello spazio con delle scene che ti immergono direttamente nel punto di vista della protagonista. Meraviglioso 3d con una superba fotografia. Uno dei migliori film (fanta)scientifici degli ultimi anni. Per il genere sci-fi, sicuramente il migliore del decennio.

8. The Wolf of Wall Street, Martin Scorsese, 2013

Scorsese in uno dei suoi film più “veloci”. Nonostante le tre ore filmiche, la storia ha un ritmo vertiginoso. Storia seducente raccontata con velocità che rispecchia l’eccesso del suo protagonista: un Leonardo di Caprio all’apice. Memorabile la scena della vasca da bagno…

9. The Social Network, David Fincher, 2010

Nel decennio appena tramontato, per me, rimane impossibile non soffermarsi su questa piccola gemma di Fincher. La pellicola tratta della nascita del social che ha cambiato per sempre la nostra quotidianità; brillante, graffiante e che racconta una cambiamento epocale nella società mondiale. Una sceneggiatura di Sorkin con un la regia brillante del sempre ottimo Fincher.

10. Frances Ha, Noah Baumbach, 2012

Prima dell’exploit di Baumabach e della Gerwig, il film che ha decretato la loro bravura. Piccola gemma da riscoprire. Dura poco ed è piena di verità. Dialoghi brillanti in una pellicola in bianco e nero ambientata nella New York contemporanea. Merita una riscoperta visto il successo del duo.

 

GIACOMO MARCHESELLI

Per me è soprattutto il genere fantastico ed action ad essere stato il vero protagonista di questi dieci anni (grazie soprattutto ad un uso sempre più spregiudicato della CGI), insieme ad un nuovo cinema “di protesta” che ha fatto però dell’ibridazione di generi e stili narrativi il suo marchio di fabbrica. La differenza fra “film alti” e “film di genere” si è assottigliata sempre di più (chi avrebbe mai creduto, infatti, all’inizio del decennio che cinecomics come Logan-The Wolverine e Joker o un horror come Scappa- Get Out di Jordan Peele, sarebbero stati protagonisti dei grandi festivals o di premi importanti come gli Academy Awards?), e questo forse è la vera eredità che i giovani registi di questo decennio hanno lasciato e che, ancora oggi, si vede nel loro personale “stile”:

1. Inception, Christopher Nolan, 2010

Si può considerare la “summa” (almeno per il momento, e in attesa dell’imminente Tenet) delle tematiche e dello stile di Christopher Nolan; un viaggio originale nella memoria umana che utilizza la tecnologia per “scomporre” visivamente lo schermo e calare lo spettatore in un vero e proprio “rompicapo” visivo e narrativo.

2. Midnight In Paris, Woody Allen, 2011

Il film-manifesto di tutta una generazione di nostalgici (in un periodo dove ancora il tema della nostalgia non era così predominante). Forse l’ultimo film veramente innovativo e originale di Woody Allen!

3. Intouchables-Quasi Amici, Oliver Nakache-Eric Toledano, 2012

Il film che ha riportato in auge la commedia francese (e che ha generato, purtroppo, solo pessime imitazioni) mantenendo i canoni di una classica commedia americana mischiati ad elementi prettamente “glocali”. Una commedia politicamente scorretta dove le risate si mischiano ad una riflessione (non banale) sull’Altro e sulla diversità in generale.

4. Zero Dark Thirty, Kathryn Bigelow, 2012

Film uscito dopo i fasti di The Hurt Locker, ne riprende tematiche e stilemi in un’ottica ancora più audace e significativa. Una storia di guerra (ispirata alla reale caccia all’uomo a Bin Laden) con una protagonista femminile forte e sfaccettata (un’ottima Jessica Chastain), una cosa che non si vede spesso!

5. Birdman, Alejandro G. Inarritu, 2014

Inarritu prova a superare i limiti che i mezzi tecnici e lo schermo impongono… e ci riesce! Film-capolavoro del regista messicano, girato come una partitura jazz e con un Michael Keaton in stato di grazia che fa il verso a sé stesso (e al genere cinecomics in generale). L’unico vero anti-eroe contemporaneo.

6. Mad Max: Fury Road, George Miller, 2015

Film che trasuda epicità ad ogni frame. Girato come un’opera lirica (non c’è sequenza che non presenti un momento musicale a sé che funge da commento), il racconto di un mondo post-apocalittico dove sono condensati tutti i temi del cinema action e della sci-fi, oltre che un film femminista e ambientalista allo stesso tempo!

7. The Big Short-La Grande Scommessa, Adam McKay, 2016

Film che fa della non-fiction la chiave di volta per un’opera (di fiction!) che spiega, meglio di qualunque manuale di economia, come è scoppiata la crisi economica del 2008. Un modello per molte opere successive, girato con un tono da commedia (e con un cast d’eccezione) e uno stile frenetico a metà tra documentario e spy-story.

8. Arrival, Denis Villeneuve, 2016

Denis Villeneuve è sicuramente uno dei migliori registi usciti da questo decennio. Capace di coniugare un cinema autoriale con uno prettamente “di genere”, riscrivendone i modelli e il significato. Esattamente come succede in questo film dove un “invasione” aliena diventa il pretesto per una riflessione sui rapporti umani e sulla genitorialità.

9. Scappa-Get Out, Jordan Peele, 2017

Altro protagonista di questo decennio, Jordan Peele è in grado di creare storie interessanti rimanendo all’interno di un genere molto ben codificato (l’horror) ma riuscendo ad arricchirlo di un significato “politico” che lo rende, a suo modo, originale. Una versione “pop” di Spike Lee insomma, come dimostra questo suo film d’esordio (poi replicato con il più criptico e inusuale Us).

10. Joker, Todd Phillips, 2019

Il film che ha definitivamente sdoganato il genere cinecomics come genere “di serie b” o “commerciale”. Ispirato ai grandi classici del passato, e impreziosito da un tono e uno stile volutamente “vintage”, Joker pesca dal leggendario villain della DC per parlare, ancora una volta, di alienazione e di rapporti umani, grandi temi di questa decade. Un film destinato a diventare iconico, soprattutto per merito della performance di un Joaquin Phoenix in stato di grazia!

 

NICOLA MARINELLI

Vista la quantità esorbitante di film e serie tv prodotta ogni anno, non è mai semplice compilare una top ten decennale. Nello scrivere la mia, oltre ovviamente a basarmi sul mio personale gusto, ho cercato di seguire un criterio di varietà inserendo opere anche diversissime tra loro, in modo da mostrare come cinema e televisione possano comprendere uno spettro amplissimo di forme ugualmente apprezzabili. Criteri più oggettivi includono:

  • l’esordio in sala o sullo schermo tra il 2010 e il 2019.
  • l’ordine cronologico (e alfabetico nel caso l’anno coincida) delle opere elencate, indipendente dal gradimento.
  • l’esclusione di Twin Peaks – Il ritorno, terza stagione della serie di David Lynch e Mark Frost, in quanto ho scelto di giudicare le serie nella loro interezza e non in base a singole stagioni. Tengo a precisare comunque che, se presa come serie a parte, Il ritorno sarebbe stato presente di diritto nell’apposita classifica.

1. The Tree of Life, Terrence Malick, 2011

Il punto più alto della carriera di Malick, il momento in cui abbandonò del tutto le idee della narrazione convenzionale. Il suo obiettivo era la creazione di una storia in grado di trascendere il linguaggio umano per toccare il regno divino senza forma, dove tutto si muove in balia del fato. Da allora il suo ritmo produttivo è aumentato sempre più, con risultati spesso discutibili, come a cercare di ripetere senza successo lo splendore di quel film. Nessuno sa se Malick potrà riuscirci; quel che è certo è che The Tree of Life è il culmine dell’evoluzione stilistica di un autore che nei suoi primi 40 anni di carriera ha messo in scena sempre più evidentemente la sua spiritualità e il suo amore per ciò che trascende il convenzionale e il terreno. Un vero spartiacque nel percorso del suo già celebre autore e forse l’opera più totalizzante del cinema di questo decennio.

2. Holy Motors, Leos Carax, 2012

Carax racconta il metacinema con una finezza straordinaria, creando quella che è forse la più riuscita celebrazione della settima arte prodotta in questa decade. Il protagonista di Holy Motors si fa simbolo dell’infinità di volti che può mostrare un interprete e dell’altrettanto grande varietà di espressioni dell’arte. Da questa molteplicità deriva uno smarrimento che è tra gli elementi più tipici dell’attuale umanità. Ma ritrovare la strada è sempre possibile e tra i tanti strumenti che lo permettono c’è anche la magia, in ogni sua forma. Una magia che Holy Motors non perde mai occasione di mostrare e che è in sostanza l’essenza stessa del cinema e dell’arte tutta.

3. The Master, Paul Thomas Anderson, 2012

Paul Thomas Anderson è un autore dal talento immenso, tra i più importanti del cinema americano di questo secolo. Tutti i suoi film hanno ricevuto onori unanimi, quindi ognuno di essi è benvenuto in ogni top ten. In questo decennio però il suo risultato migliore è probabilmente The Master, eccellenza sotto ogni punto di vista. Attori immensi sono diretti magistralmente al servizio di un enorme racconto su rapporti di potere, relazioni tormentate, religione e crisi di valori nell’epoca post-bellica. La perfezione della messa in scena completa il quadro regalandoci quello che è a tutti gli effetti il cinema autoriale americano più puro che esista in questi anni.

4. Si alza il vento (Kaze Tachinu), Hayao Miyazaki, 2012

Notevole anche per gli standard di un maestro dell’animazione come Miyazaki, Si alza il vento è il suo film più sentito e sincero. Stupendamente disegnato e animato, contiene tutte le tematiche care al regista giapponese, ma rinuncia (quasi) del tutto all’elemento fantastico tipico delle sue opere per raccontare la storia di un personaggio realmente esistito. La bellezza della creazione e la sua distorsione a scopo distruttivo coesistono nel binomio yin/yang tipico di tutta la filosofia orientale. Ne risulta un ritratto emozionante e commovente che, nel caso in cui Miyazaki non avesse deciso di tornare a dirigere, sarebbe stato una degna chiusura di carriera.

5. Spring Breakers, Harmony Korine, 2012

Il film che più di ogni altro è riuscito a cogliere lo spirito di decadenza e reinterpretazione dei segni di questo decennio. Dalla scelta del cast alla gestione degli eventi, Korine prende un immaginario dominante e lo deforma palesandone tutte le negatività, senza tuttavia mai rinunciare a metterne in mostra gli aspetti più affascinanti e conturbanti. Quello che a un primo sguardo può sembrare un racconto banale e superficiale, inutile celebrazione di una cultura da molti considerata gretta e insignificante, in realtà nasconde molto di più. Tra i film più indicati per accendere dibattiti su ciò che il cinema di oggi può raccontare, e come può raccontarlo. Una caratteristica da non sottovalutare.

6. Solo Dio perdona (Only God Forgives), Nicolas Winding Refn, 2013

Nicolas Winding Refn è di certo tra i cineasti più interessanti degli ultimi vent’anni. A partire da Drive ha iniziato a dare ai propri lavori una forma che oggi è il suo nuovo marchio di fabbrica, fatta di luci sgargianti e volutamente artificiose, rimandi agli anni Ottanta ed estetizzazione della violenza. Solo Dio perdona è stato quindi scelto più per rappresentare lo stile del proprio autore che per effettiva superiorità rispetto ai suoi altri lavori, tutti di ottima fattura nonostante i giudizi spesso polarizzati. Più attento al genere di The Neon Demon e più eccessivo di Drive, è l’espressione più cristallina del nuovo Refn dopo Too Old to Die Young, che per forza di cose ritroveremo nella top ten televisiva.

7. Mad Max: Fury Road, George Miller, 2015

Il miglior film d’azione di questo decennio e uno tra i migliori della storia del cinema. Ha il grande merito di aver avvicinato il grande pubblico in cerca di puro intrattenimento a quello più ristretto che chiede al cinema un diverso tipo di complessità. Che sia per la sua spettacolarità, per la sua follia, per il ruolo di primo piano che viene dato alla figura femminile in un genere di norma dominato dall’uomo o per il saper raccontare egregiamente tramite un vero e proprio viaggio per immagini, Fury Road riesce ad accontentare chiunque. Non poteva perciò mancare nemmeno in questa classifica.

8. Loro, Paolo Sorrentino, 2018

Il punto d’incontro tra tutto ciò che Sorrentino ha concepito di buono nella sua carriera. L’esperienza di The Young Pope gli ha permesso di sviluppare un talento narrativo che riesce a tenere sempre alto l’interesse durante la visione di questo colossale film in due parti. L’averlo dotato di una chiara componente ironica e di una serie di elementi dal taglio quasi mitologico ha fatto il resto. Il miglior tipo di storia possibile per raccontare una figura di potere che è forse anche più particolare della storia stessa.

9. Manta Ray (Kraben Rahu) , Phuttiphong Aroonpheng, 2018

Vincitore della sezione Orizzonti al Festival di Venezia del 2018, Manta Ray ha un fascino e una potenza difficilmente contestabili. Criptico e visivamente sorprendente, racconta una tematica attuale e complessa mettendo sul tavolo molti fatti e poche parole. Il risultato è un film che colpisce, ma che va necessariamente decodificato. E che per una volta offre a chi vi riesca una visione concreta su un argomento di importanza universale, anziché un comune sfoggio di ego del proprio autore (per quanto ciò in realtà non sia affatto negativo).

10. C’era una volta a… Hollywood (Once Upon a Time in Hollywood), Quentin Tarantino, 2019

Tra i più grandi autori di cinema della sua generazione, Tarantino si è distinto grazie a varie caratteristiche, tra le quali il suo singolarissimo modo di trattare la violenza. Nel suo ultimo lavoro lascia quasi del tutto da parte questo aspetto, dimostrando di saper creare opere che impattino anche senza gli elementi che più lo hanno reso noto al grande pubblico. Allo stesso tempo tra i film meno tarantiniani e più tarantiniani del suo autore, piega ogni cosa al suo volere con un’eleganza e un umorismo di rara efficacia.

 

DENISE PENNA

È tempo di bilanci per questo decennio cinematografico appena trascorso che, devo dire, ha regalato sorprese, conferme e soddisfazione. Premettendo che scegliere solo 10 film è stata una vera impresa, con questa mia umile classifica ho deciso di premiare i più coraggiosi e audaci, sia dal punto di vista stilistico-narrativo che tematico. Avrei voluto inserire molti più film italiani (perché ultimamente il cinema nostrano ha generato diverse perle) ma ahimé, lo spazio è tiranno!

Ecco quindi i miei 10 film del cuore per questi 10 fantastici anni:

 

1. Lo chiamavano Jeeg Robot, Gabriele Mainetti, 2015
Uno dei film italiani (ma non solo) più belli di sempre, un concentrato di azione, sentimento e istrionismo mai visto prima, un’opera di rottura che sarà molto difficile eguagliare. Italianissimo, “”romanaccio” e di genere, sono fiera di collocare questo film meraviglioso sul podio della classifica.

2. Mad Max: Fury Road, George Miller, 2015
Miller resuscita la sua saga di Mad Max e confeziona un sequel-remake ricco di azione ed effetti spettacolari che cattura lo sguardo dello spettatore per due ore. Meritatissima medaglia d’argento per il duo da bava alla bocca Tom Hardy-Charlize Theron.

3. The Lobster, Yorgos Lanthimos, 2015
Il primo film hollywoodiano di Lanthimos prosegue la sua analisi sulla crudeltà e sui rapporti umani; una storia assurda e grottesca, che non lascia indifferenti, guadagna il terzo posto.

4. Ammore e malavita, Manetti Bros, 2017
I Manetti Bros riportano sugli schermi italiani il meglio del cinema di genere e dirigono un’originalissimo musical in stile gangsta napoletano mai visto prima.

5. The Artist, Michel Hazanavicius, 2011
Il cinema muto e i suoi grandi divi confezionati per il pubblico dei giorni nostri: un’idea semplicissima ma allo stesso tempo rivoluzionaria. Citazionismo e cinefilia in bianco e nero rivivono nel fascino di Jean Dujardin, che sembra uscito da un’altra epoca.

6. Bohemian Rhapsody, Bryan Singer/Dexter Fletcher, 2018
L’ascesa al successo di Freddie Mercury, con un Rami Malek posseduto dal suo spirito e raccontata in maniera non propriamente fedele, ha commosso la fan dei Queen che c’è in me.

7. La forma dell’acqua, Guillermo Del Toro, 2017
Una delle storie d’amore più strane, intense e romantiche mai viste sugli schermi, una delicatissima favola sulla diversità che tocca il cuore anche dei più cinici.

8. Il racconto dei racconti, Matteo Garrone, 2015
Uno spettacolo per gli occhi, un trionfo di immagini di grande raffinatezza per raccontare una delle opere letterarie meno conosciute del nostro repertorio; uno dei picchi più alti del nostro cinema.

9. Coco, Lee Unkrich e Adrian Molina, 2017
Impossibile trattenere le lacrime con questo coloratissimo capolavoro targato Disney Pixar, che affronta il delicato e inedito tema del rapporto con la morte. Commovente e coraggioso.

10. The Place, Paolo Genovese, 2017
Sebbene non si tratti di una storia originale, questo film è in grado di regalare intrattenimento di qualità, performance attoriali eccellenti e più di uno stimolo di riflessione: un degno erede di Perfetti sconosciuti.

 

ANDREA SPAZZOLI

Siamo arrivati a fine decennio e, con esso, alle inevitabili classifiche. Va precisato, però, che la seguente non vuole mettere un ordine tra i titoli elencati, essendo, per il sottoscritto, tutti a pari merito e rappresentando tutti, in modo diverso, importanti tasselli che hanno composto questo decennio, sempre a livello soggettivo.

 

 

 

 

1. Shame, Steve McQueen, 2011

Tra i primi in ordine cronologico è presente questo capolavoro della coppia McQueen-Fassbender, è valso a quest’ultimo la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile alla 68° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

 2. The Hateful Eight, Quentin Tarantino, 2015

Una piéce teatrale in pieno stile Tarantino, con riferimenti, a livello di sceneggiatura, con  La Cosa di Carpenter. Sicuramente il suo film migliore di questo decennio.

3.The House that Jack built, Lars Von Trier, 2018

Non il solito Von Trier, ma, come sempre, un pugno diretto in faccia allo spettatore. Un serial killer “particolare” e l’Inferno dantesco, accoppiata perfetta.

4. The Void, Jeremy Gillespie, 2017

Sicuramente uno dei migliori film horror del decennio (se non il migliore, parere personale) . Come unire il Lovecraft degli strani culti, delle oscure dimensioni e dei mondi alternativi al nostro, con l’Hellraiser di Clive Barker (i due scrittori horror preferiti dal sottoscritto), il tutto con una spruzzata de La Cosa di Carpenter, a livello visivo. Capolavoro del genere.

 5. Undisputed 3: Redemption, Isaac Florentine, 2010

Terzo capitolo della saga che ha visto nascere l’iconico personaggio di Yuri Boyka, interpretato da uno straordinario Scott Adkins, nuova icona occidentale dei film di arti marziali, il quale riesce a proporre coreografie e combattimenti mai visti sullo schermo.

6. The Raid, Gareth Evans, 2011

Primo capitolo in questo caso, ovvero quando un cineasta gallese se ne va in Thailandia e da vita a una pellicola eccezionale, un misto tra i film di arti marziali asiatici (in versione iper realistica) e gli action movies hollywoodiani, in questo caso è impossibile non notare le similitudini (a livello di sceneggiatura) con alcune pellicole come il primo Die Hard. Altro merito è quello di aver lanciato con questo film un altro, ora famoso, attore/marzialista come Iko Uwais.

 7. The Wolf of Wall Street, Martin Scorsese, 2013

Non c’è molto da dire. Scorsese mostra la beffarda macchina del capitalismo attraverso un Di Caprio fuori dagli schemi e completamente pazzo.

 8. The Neon Demon, Nicholas Winding Refn, 2016

Impossibile non inserire Refn, qui in tutto il suo splendore composto dai suoi amati neon, dal colore rosso e dai suoi silenzi colmi di violenza.

9. Snowpiercer, Bong Joon-Ho, 2013

Tratto da una graphic novel, il regista coreano confeziona un prodotto che prende l’attuale schema della società e lo disgrega dalle fondamenta.

10. Joker, Todd Phillips, 2019

Sorpresa dell’anno che sta per concludersi. Un Joaquin Phoenix eccezionale e totalmente a suo agio nei panni dello psicopatico.

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