Si è conclusa da qualche settimana, su Hulu, la terza stagione della controversa serie dispotica The Handmaid’s tale. In Italia, lo show tv è possibile vederlo interamente su Tim Vision. Consueti tredici episodio per proseguire il racconto di June, ancella ribella che tenta di salvare sua figlia dall’orribile stato di Gilead.

La storia riprende immediatamente dopo l’interruzione della seconda stagione e sotto certi aspetti segna una nuova fase della storia di June in quanto ci sono numerosi cambiamenti e colpi di scena. Tradimenti su tradimenti e situazioni inaspettate che rinnovano l’intreccio e portano l’epicità della storia in una nuova direzione. June sta ormai accendendo la scintilla per distruggere Gilead e perciò sta proseguendo verso il suo percorso di consapevolezza nel diventare martire per salvare tutti i bambini nati dalle ancelle. Quindi la storia diventa meno intima, meno focalizzata sul microcosmo di questa donna, ma si allarga. Infatti, anche a livello di storyline, la serie allarga i suoi orizzonti e ci mostra la vita al di fuori del paese focalizzandosi su Luke, Moira ed Emily.

Storie multiple che allargano l’orizzonte narrativo. Numerosi punti di vista che portano la storia avanti. Inoltre, si sofferma anche sui Waterford, i coniugi cattivi delle precedenti stagioni. La coppia è in profonda crisi e vive un conflitto. In particolare Serena che è combattuta dopo ciò che è successo nella seconda stagione.

Nonostante ci siano co-protagonisti importanti, June è la leader assoluta della storia. In questa stagione intraprende un percorso oscuro che la mette di fronte ad una crisi etica. La ragazza aumenta la propria autostima e inizia a comprendere che deve agire in qualche modo per distruggere la vicenda. Diventa un angelo vendicatore pronto a sacrificare tutta se stessa per sconfiggere Gilead. Questa stagione segna il suo cambiamento definitivo e porta a compimento la sua evoluzione.  Segna la fine dell’umanità di June, il suo radicale snaturamento forzoso dovuto al regime totalitario a cui è stata sottoposta. Un viaggio verso il nero abisso che la porta ad essere fredda, distaccata e imprevedibile.

Questa terza stagione ci mostra una nuova fase della vita di June e del regime totalitario di Gilead. Un percorso radicale con una storia che tiene incollati e che presenta un viaggio appassionante. Molto più oscura delle precedenti e con alcune scene memorabili e toccanti, la terza stagione si discosta dal romanzo cult della Atwood e prosegue autonomamente, rimanendo fedele al suo credo, offrendo conflitti etici e morali importanti. Pur non essendo un prodotto di stampo realista, la serie presenta una forte componente emozionale ed empatica. Questi due sono elementi di forte presa verso il pubblico e sono coloro che hanno decretato il successo di Handmaid’s Tale.

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