Fare un film su un gruppo del calibro dei Beatles è un’operazione assai rischiosa. Se però ci si limita ad usare i Beatles come semplice cornice di una storia totalmente diversa, ecco che l’impresa diventa molto più semplice. Con Yesterday Danny Boyle fa proprio questo, raccontando la storia di Jack Malik (Himesh Patel), aspirante cantautore sempre assistito dall’amica e manager Ellie (Lily James). Dopo un incidente stradale, Jack si ritrova a vivere in un presente alternativo nel quale i Beatles non sono mai esistiti. Decide quindi di provare a sfondare nel mondo della musica “rubando” le canzoni del gruppo e facendole sue.

Una premessa così high concept apre un mondo di possibilità nella scrittura. Molte di queste vengono in effetti sfruttate, in maniera originale e divertente. Il film si prende spesso gioco delle più celebri canzoni dei Beatles, che sia interrompendole all’improvviso o cambiandone addirittura il testo. Il nuovo presente nel quale Jack vive ha inoltre diverse altre differenze da quello canonico, differenze che danno origine ad ulteriori momenti di umorismo.

Andando oltre l’aspetto comico, è interessante vedere come il fenomeno Beatles venga reinterpretato per un’epoca come la nostra, così distante dagli anni Sessanta. La musica che accompagna i testi dei Fab Four viene riproposta in modelli più al passo con i tempi, spesso in linea con le sonorità di Ed Sheeran. Il cantautore britannico non a caso figura nel film nel ruolo di se stesso, deciso a lanciare la carriera di Jack.

Tuttavia quel che viene realmente reinterpretato è il concetto di status divistico. I Beatles ascesero al successo planetario divenendo tra le band più influenti di sempre, ma lo fecero nel contesto di cinque decenni fa, nel quale tutto era in pieno divenire. In un panorama come quello contemporaneo, più saturo che mai di musica, il fattore che permette a Jack di ascendere alla fama è il fatto di essere un solista. Forse più delle “sue” canzoni, ciò che colpisce i discografici (tra i quali la spietata Mandi di Kate McKinnon) e il pubblico è il fatto che Jack abbia prodotto un tale numero di brani di qualità da solo, senza aiuti esterni. Nell’universo di Yesterday, l’essenza di un gruppo rivoluzionario e fondamentale per l’evoluzione della musica rischiava di perdersi in una scena artistica radicalmente diversa da quella degli anni Sessanta. Quest’anima dalle molte facce viene invece salvata comprimendola in un unico musicista e creando il cantautore definitivo Jack Malik, vero e proprio araldo dei Beatles attraverso il tempo.

Yesterday ha però due grandi difetti: il primo è la sua prevedibilità. La trama non si distacca mai dagli schemi tipici della commedia romantica, riservando davvero poche sorprese a chiunque li conosca un minimo. Il secondo, di solito presente nei biopic musicali in senso stretto, è l’esaltazione a un grado quasi agiografico degli artisti sui quali è incentrato. Pur essendo un film musicale più atipico della media, neanche il film di Boyle riesce a sfuggirvi. I colpi di scena che avviano la storia alla sua conclusione sono entrambi strumentali nel sottolineare i difetti citati. Nonostante tutto, Yesterday resta comunque gradevole intrattenimento, di certo superiore alla maggior parte dei film a sfondo canoro usciti negli ultimi anni.

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