La serie Marvel-Fx (trasmessa in Italia su Fox), Legion, arriva alla sua conclusione! Composto da ben otto episodi, quest’ultimo ciclo di episodi mette la parola fine alla storia di David Haller, il potentissimo mutante, figlio del futuro professore Charles Xavier.

Noah Hawley si conferma un abile showrunner e un ottimo scrittore di prodotti seriali. La sua mano si nota e l’autore costruisce un percorso ben delineato e idoneo per poter terminare la storia di David in modo imprevedibile. Questa terza stagione prosegue sulla bizzarria e sull’imprevedibilità, offrendo una conclusione soddisfacente, inaspettata e…psichedelica.

La storia riprende direttamente dalla conclusione della precedente stagione, ma introduce un elemento fondamentale che incrementa esponenzialmente l’alto tasso di bizzarria e di “psichedelica” alla storia: i viaggi nel tempo. David non accetta la sua natura di antieroe e perciò ingaggia una viaggiatrice nel tempo per permettergli di ritornare indietro nel tempo e uccidere l’ancestrale entità, Farouck, prima che contamini la sua essenza.

Hawley prosegue nel suo delineare una nuova fase della multipersonalità di David, offrendo una storyline che chiude il cerchio sulla sua storia. Volutamente psichedelica, sovversiva e confusionaria, la storia è in linea con le precedenti stagioni e si conferma atipica e non convenzionale. Sempre pronta a confondere e a creare suggestioni visive, lo show mostra tutto il suo potenziale e prosegue a delineare la psiche di David in modo adeguato. Un personaggio tridimensionale con numerose sfumature di grigio che tentano un costante equilibrio del proprio essere per lottare e cercare di far emergere il suo lato “eroico” piuttosto che quello da villain. Un bipolarismo e il fascino del caos che seducono e ci invitano ad entrare nella “tana del coniglio bianco”.

A livello narrativo, lo show introduce un nuovo elemento di caos e di sovversione: il viaggio nel tempo. Grazie a questo escamotage narrativo, riviviamo momenti chiave della vita di David e siamo in grado “di tentare” di capire le sue motivazioni e le sue azioni. Inoltre, questo elemento offre spunti per creare paradossi, instabilità e alterazioni. Una struttura non-lineare che viene costantemente messa sottosopra e ribaltata dalle costanti manipolazioni temporali che contaminano la realtà “presente” e rendono lo show seducente e pieno di suggestioni visive. Piani temporali ben studiati e bilanciati che anziché annoiare e confondere, hanno una funzione narrativa ben precisa: portare avanti la storia dei protagonisti e metterli di fronte al loro conflitto interiore per superare l’ostacolo e concludere la loro esistenza in modo coeso. Dopo tre stagioni, si può dire che lo show è un grande prodotto televisivo e che si conferma una delle serie più belle degli ultimi anni. Il motivo di tale affermazione è dovuto alla sua riuscita nel destreggiarsi su multi piani temporali e sul suo costante ribaltamento di aspettativa. Legion riesce a fare tutto ciò con brillantezza.

Visivamente, la terza stagione si mantiene leggermente sotto alle precedenti stagioni, ma si conferma comunque più che buona. Alcuni episodi sono portentosi e hanno delle svolte narrative e visive imprevedibili e inaspettate (basta guardare solo il primo episodio di questa terza stagione). Scene oniriche che mischiano più generi e mostrano numerose contaminazioni tra generi differenti.

Partita quasi come un prodotto sperimentale, Legion si è confermata una serie volutamente atipica e piena di suggestioni visive e narrative interessanti. Frutto di sottotesti psicoanalitici, lo show è un vertiginoso viaggio sulle montagne russe nella mente di una persona schizofrenica che lotta contro sé stessa per combattere la propria malattia e cercare una propria stabilità. Un proprio equilibrio interiore. Dopo ben tre stagioni, Legion è un portentoso caleidoscopio di emozioni umane che offrono spunti neurali efficaci in grado di intrattenere tutti i visionari alla ricerca di puro intrattenimento.

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