Hotel Artemis è un lungometraggio fantascientifico che presenta una società tumultuosa, in rovina verso i potenti (si accennano alle rivolte per l’acqua potabile) e governata dai boss. Una pellicola altalenante che presenta una buona idea di partenza, malamente sfruttata e articolata nella ramificazione verso la risoluzione finale.

L’incipit è molto semplice, snello e originale. Nella Los Angeles del 2028, i criminali feriti durante le loro scorribande criminose possono trovare rifugio nell’Hotel Artemis, una struttura privata che, con un lauto compenso, li cura e li tiene al riparo dalle autorità. Questo ospedale iper-tecnologico è gestito da una misteriosa infermiera, la cui vita viene messa sottosopra quando il padrone della struttura, nonché boss malavitoso della città, viene ferito e ha necessità di assistenza. La sua presenza nell’Hotel Artemis sarà una calamita per tutti coloro che voglio il boss morto.

Lo scenario futuristico sci-fi è cupo, negativo, pessimista. La storia a tinte è noir e presenta una buona base strutturale e un buon cast attoriale. Personaggi doppiogiochisti e ambigui che confondono bene le loro intenzioni e fino all’ultimo non lasciano intendere le loro intenzioni. Il futuro presenta una forte suddivisione tra ricchi-poveri, dove la popolazione insorge per avere l’acqua potabile. Questi tumulti fanno da sottofondo alle vicende dei protagonisti, tutti criminali, che si ritrovano all’Hotel Artemis per essere curati dall’infermiera. Quest’ultima vive da reclusa nella struttura che gestisce e non mette mai piede alla luce del sole. Ha un oscuro passato che riemerge dopo lunghi anni.

All’interno della storia ci sono numerosi personaggi che ruotano attorno alla struttura e alcuni di loro hanno un ruolo importante all’interno della diegesi. Tuttavia, l’abbondanza di personaggi all’interno di una pellicola dalla breve durata (1 ora e mezza) non giova alla comprensione e allo svolgimento della trama. Le intenzioni di molti dei protagonisti sono banali, semplici mentre quelle di altri non hanno dei riferimenti emotivi o logici. Complessivamente, nella sua seconda parte dello sviluppo, la costruzione narrativa è raffazzonata. Il tutto sembra accadere per caso. Mancano le motivazioni e quelle poche che vengono fornite sono troppo semplicistiche. La protagonista assoluta è Jodie Foster, bravissima nell’interpretare l’infermiera, ma anch’essa ha un ruolo sviluppato malamente e che viene costruito prevalentemente attraverso il trauma della perdita del figlio.

La storia scorre in quanto è molto veloce e succedono tante cose. Troppe. Non c’è tempo per comprendere appieno i personaggi e le loro intenzioni. Nonostante ciò, il vero problema di Hotel Artemis è la mancanza di tensione, di suspense. Non ci sono momenti che inchiodano alla poltrona e ne momenti esaltanti. Non c’è ritmo, solo calma piatta. Manca la cattiveria, il mordente, l’aggressività. Non c’è un climax emotivo di forte impatto e né tantomeno una escalation nel finale.

Complessivamente, la pellicola è altalenante. L’idea di partenza era molto buona ma lo sviluppo è altamente negativo. Non è un brutto film, ma nemmeno un buon film. L’ottimo cast presenta delle buone performance dal punto di vista recitativo, ma non è sufficiente a rendere Hotel Artemis un buon film. Troppo approssimativo e impalpabile. Pochissime emozioni in una storia piena di caos e di tumulti. Ci si aspettava una cerca aggressività, dell’azione di forte impatto, e invece… piattezza assoluta. Zero emozioni.

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