Nuova docuserie di Sky Arte che mischia fiction e non-fiction in un inedito “work in progress”.

“Fare un film è come fare un viaggio. Ma del viaggio mi interessa la partenza e non l’arrivo.”
(Federico Fellini)

 

Biografilm Festival-International Celebration Of Lives non è solo cinema ma comprende anche tutto il mondo audiovisivo a 360 gradi.
Grazie alla collaborazione con Sky Arte è stato possibile partecipare ad un evento davvero speciale: la presentazione di un nuovo progetto televisivo che, fin da subito si presenta come “originale” e “innovativo”.

Ioelei è una docuserie antologica in 6 puntate, tratta da un’idea del regista Massimo Ferrari, in cui alcune attrici interpretano altrettante figure-chiave femminili del 900. Un vero e proprio “incontro intellettuale” in cui ciascuna di loro cerca di riscoprire la personalità di queste donne e ridarne un ‘immagine ideale allo spettatore, come in una sorta di fiction televisiva.

La stessa struttura degli episodi ricalca quella di un possibile backstage televisivo, per cui l’attenzione non è tanto concentrata sul risultato finale quanto sul “making of”, sulla ricerca personale realizzata tramite documenti, fotografie e interviste.

Protagoniste delle prime due puntate (ed ospiti speciali della presentazione a Biografilm Festival) sono state Valentina Lodovini ed Elena Radonicich, rispettivamente interpreti di Maria Callas e di Marlene Dietrich.

Il regista ha parlato dell’incontro avuto con le due attrici e del processo creativo che ha portato alla scrittura di questo nuovo format la cui natura è molto ibrida e fluida. Dall’inizio alla fine infatti non si ha mai un quadro chiaro e preciso di dove la narrazione voglia andare a parare. ma a differenza di altri programmi televisivi questo non è un problema poiché il “gioco” al quale gli autori (e, allo stesso tempo le interpreti) chiedono di partecipare è proprio questo. Lo spettatore viene accompagnato in un viaggio all’interno della storia (umana prima ancora che artistica) del soggetto scelto per l’episodio.

«Posso dire che mi sento una privilegiata, per più motivazioni, per aver preso parte a questo progetto. Innanzitutto per l’amore sincero del progetto verso i personaggi rappresentati, nel mio caso verso Maria Callas, e poi verso il nostro mestiere. […] Il mio lavoro ha sempre fatto parte della ricerca e del racconto, però in questo caso il privilegio è stato quello di cercare l’emozione della “persona”, più che del “personaggio”, una sensazione che è difficile da definire» è la testimonianza finale di Ludovica Lodovini alla fine della proiezione.

«Questa è una ricerca infinita, come sempre quando ci si avvicina alla vita di una persona così straordinaria. nel momento in cui giravamo la ricerca è come se non avessi mai scisso dal tentativo di entrare dentro di lei [Marlene Dietrich, ndA] e non so ancora quanto io sia riuscita nel mio intento» è invece la considerazione finale di Elena Radonicich.

Due modi diversi, ma allo stesso tempo simili, per dimostrare quanto questo progetto seriale sia molto sfaccettato al suo interno e tendente sempre allo sperimentalismo, qualcosa che non sarebbe stato possibile per qualsiasi altro canale televisivo, in quanto prevede molto sperimentalismo ma anche molta capacità d’improvvisazione, non avendo uno schema preciso da seguire.

All’interno di questo viaggio lo spettatore si muove all’interno del lavoro di immedesimazione che le attrici fanno per rappresentare le protagoniste, con grande attenzione a tutto quello che è l'”artigianato cinematografico” e il lavoro che sta dietro un’opera di fiction. Si può vedere la serie, dunque, anche nell’ottica dell’omaggio verso le cosiddette “maestranze cinematografiche” ovvero tutto quel mondo di truccatori, make-up artist, acconciatori e artigiani che contribuiscono, con il loro lavoro, a creare la magia dello spettacolo, e senza i quali non potrebbe avvenire la “trasformazione” delle attrici nei personaggi rappresentati.

Ioelei è dunque un format ibrido al suo interno, contenente tanti generi televisivi mischiati fra loro. Nelle sue intenzioni vorrebbe essere un nuovo modo di fare documentario, più intimo e soggettivo, ma senza mancare comunque di una volontà di ricerca e conoscenza globale della materia di cui tratta. Si tratta di un tipo di sguardo più cinematografico che non televisivo, e ogni singolo episodio è, di fatto, un piccolo film a sé, ogni volta diverso in quanto diverse sono, di volta in volta, le personalità delle protagoniste, punto di partenza di questo “viaggio” nel mondo delle arti (dal cinema, alla musica, al teatro…).

La serie andrà in onda da novembre 2019 su Sky Arte, ma già questi primi due episodi sono riusciti nell’intento di catturare l’attenzione e la curiosità degli spettatori presenti nella sala.
Non rimane che aspettare la programmazione di Sky e compiere ulteriori passi in questo viaggio/incontro all’interno dl mondo dell’arte al femminile.

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