Edoardo Gabbriellini racconta la vicenda umana e artistica di Lindsay Kemp, ballerino, coreografo e mimo di fama mondiale, a partire dall’unica sua opera mai realizzata.

La vita di Lindsay Kemp è una di quelle che potrebbe tranquillamente ispirare un film. E in effetti, se si guarda alla carriera artistica del famoso mimo e coreografo scozzese si può notare come, già di per sé, la sua arte abbia contribuito ad ispirare personaggi del cinema (come i registi Ken Russell e Derek Jarman) e della musica (come David Bowie e Kate Bush, suoi ex-allievi).

Date anche le sue collaborazioni importanti con questi personaggi, e con altri artisti del mondo dello spettacolo, si capisce come Kemp sia uno di quei personaggi entrato di prepotenza nell’immaginario della cultura pop del 900.

Il regista livornese Edoardo Gabbriellini ha passato più di un anno in compagnia di Kemp (residente, negli ultimi anni di vita, proprio nella cittadina toscana) e in pratica si può dire che questa sua opera Kemp – My best dance is yet to come ne rappresenti il testamento spirituale e umano.

Il film è una lunga intervista del regista al mimo inframmezzata da numerosi filmati di repertorio a cura degli archivi filmici della BBC, tristemente interrotta dall’improvvisa morte dello stesso, avvenuta l’anno scorso. Il film non segue un ordine cronologico preciso, tutte le parti di cui si compone prendono spunto direttamente dai discorsi del protagonista, in un continuo alternarsi di ricordi del passato, il presente e i progetti futuri.

Sì perché fino all’ultimo Lindsay Kemp non si è mai fermato dalla sua attività artistica e il film parte proprio da qui, da quella sua ultima opera mai realizzata che è stata Dracula, liberamente tratta dall’omonimo  romanzo di Stoker , ma anche ispirata al Nosferatu di Murnau, come dimostra l’ultima clip in cui vengono mostrate alcune immagini del balletto che si sarebbe dovuto realizzare.

La contrapposizione tra il personaggio-Kemp e il Dracula rappresentato, il romanticismo di cui è portatore e l’amore per l’arte e la volontà di sconvolgere (stupire, come afferma lo stesso Kemp) lo spettatore come forma d’arte per portarlo “in un’altra dimensione” sono i temi portanti e principali del film di Gabbriellini. Anche il film, infatti, esattamente come la vita di Kemp è costruito per stupire ed ammaliare con le sue continue citazioni letterarie, il suo andare e venire dal passato al presente e viceversa, ma soprattutto i suoi primi piani su un volto, quello del coreografo-mimo, che pare essere modellato con la cera.

Una testimonianza preziosa di un “artigiano dell’arte” che ha saputo creare opere con il proprio corpo e la propria voce. Ma anche il racconto delicato e umano di un’esistenza vissuta principalmente sul palcoscenico con non pochi momenti di vera e propria schizofrenia tra “reale” e “immaginario”. Questi due piani si sovrappongono continuamente nella vita di Kemp e non poche volte si ha la sensazione che certi aneddoti siano esagerati e falsi. Ma, in fondo, poco importa, ormai lo spettatore è rapito dall’incantesimo-ipnosi del personaggio e non può fare altro se non credere ciecamente che quanto raccontato sia la “realtà”. Ed è lo stesso Kemp a rivelarlo, con totale tranquillità, allo spettatore direttamente in macchina, celandosi però dietro un largo sorriso.

Il tema della differenza labile tra “reale” e “immaginario” è una costante di questa edizione del Biografilm Festival e mai come in questa pellicola tale tema viene esplicato alla perfezione. Non a caso il film ha già ricevuto un importante riconoscimento: il premio come Best Emilia-Romagna Project, dato dalla Giuria del Bio to B, la sezione del festival dedicata all’incontro tea i professionisti e i business maker del mondo cinematografico.

Un riconoscimento che indica il valore di qualità che la pellicola offre, sia in termini di storia sia come attrattibilità verso il pubblico. Un riconoscimento dato soprattutto alla produzione (Mammut Film) che ha creduto nel progetto, e a Sky Arte che è stata co-partner dell’iniziativa e che probabilmente avrà un ruolo di primo piano nel far conoscere questo film di Gabbriellini anche al grande pubblico.

Una pellicola da vedere assolutamente se si è interessati al mondo dell’Arte (nell’accezione più ampia del termine) o se si è semplicemente curiosi di scoprire la storia di un personaggio in grado di sprigionare vitalità da tutti i pori.

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