Una delle rivelazioni della serie originale di Sky Atlantic di Niccolò Ammaniti, Il Miracolo, è senza dubbio Tommaso Ragno, l’interprete di Padre Marcello.

Premiato in questa prima edizione della Series Con, l’attore ha partecipato all’incontro spiegando che molti dei meriti vanno ad Ammaniti che ha scritto una serie atipica, surreale e ben scritta. L’interfaccia con lo scrittore-autore è stata senza dubbio una delle cose che l’hanno segnato maggiormente.  Per questo motivo, vista la ben sfaccettature del personaggio già nella sceneggiatura, Ragno rivela che la preparazione al ruolo è stata relativamente semplice. Non è andato in convento per mesi a prepararsi, ma si è divertito a costruire un personaggio completamente differente della sua personalità, adottando un approccio di divertimento. Una figura talmente complessa e sfaccettata che raramente si vede in televisione o nel cinema.  La dimensione di irrealtà è molto forte e si percepisce in tutti i personaggi dello show, ma, allo stesso tempo, questo aspetto di straniamento viene reso in modo moto aderente alla quotidianità, alla realtà.  Una sorta di paradosso che però giova allo spettacolo televisivo.

Ragno, che ha ottenuto il plauso del pubblico e della critica con Il Miracolo, ricorda gli anni di formazione teatrale, rivelando che non ha mai pensato di realizzare prodotti seriali o cinematografici. La sua gavetta nel mondo del teatro gli ha permesso di crescere costantemente e di lavorare sull’interpretazione. Ragno cita il teatro in quanto, viste le variegate possibilità drammaturgiche, è il mezzo idoneo per comprendere determinate dinamiche con i personaggi. Per entrare più in profondità e offrire una rappresentazione conforme e veritiera. Infatti, dice che se il ruolo gli fosse stato offerto dieci anni prima, forse, non avrebbe accettato la parte e non sarebbe stato in grado di rappresentarlo con tanta incisività.

Oltre al confronto costante con Ammaniti, Ragno rivela che un elemento preponderante è stato il fatto che il personaggio era completamente irreale, non era lui e ciò gli ha dato la possibilità di mettere in scena una figura atipica, fresca e nuova. Senza mai giudicare il personaggio, l’attore va reso credibile e si deve muovere all’interno della storia in modo completo e sfaccettare. Se un ruolo è scritto bene, per l’attore è nettamente più facile calarsi nella parte ed elaborare il processo di sedimentazione di rappresentazione.

Durante l’incontro gli è stato chiesto dello streaming. Ragno parla positivamente del fenomeno cita Coppola (che si manifestò positivamente sul web) che con l’avvento del digitale, il panorama audiovisivo è in forte incremento. Certo, essendo un boom degli ultimi anni c’è ancora bisogno di regolamentazione, però non è il male e né tantomeno colui che ha distrutto (o distruggerà il cinema). Quello che lo streaming porta è il cambiamento di percezione delle opere perché a volte il ritmo è troppo veloce e spesso si perdono delle opere e non c’è il giusto tempo per comprender ed elaborare il prodotto.

L’incontro è stato interessante, variegato e ha permesso al pubblico di comprendere la genesi di uno dei personaggi più riusciti de Il Miracolo. Grazie alla scrittura di Ammaniti e alla bravura di Tommaso Ragno, padre Marcello è uno dei personaggi più tridimensionali della nostra produzione televisiva.

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