Homecoming è una serie televisiva di Amazon Prime Video (rilasciata il 2 novembre) creata da Sam Esmail (creatore di Mr. Ronot) ed interpretata da Julia Robert alla sua prima esperienza seriale. Basata sull’omonimo podcast di 12 puntate creato da Eli Horowitz e Micah Bloomberg è un ottimo prodotto “mistery” ed è una serie sperimentale riuscita sotto molti aspetti.
Lo show è composto da 10 puntate di circa 30 minuti ciascuna ed è una serie sperimentale sia dal punto di vista del formato che della costruzione narrativa. Pur essendo di matrice drammatica, le puntate di Homecoming sono di breve durata, inoltre, l’impatti visivo confezionato dalla regia utilizza sia immagini in verticali che orizzontali. Ovviamente, tale scelta è motivata dalla storia e ha evidenti collegamenti alla narrazione. In questo modo viene alternato passato e presente, presentando il cambiamento di aspetto visivo.
La storia ruota tutta attorno ad un mistero da scoprire. Heidi è una consulente/terapista che gestisce l’Homecoming Transitional Supporter Center, una struttura della multinazionale Geist che ha lo scopo di aiutare i reduci di guerra a superare i loro traumi e adattarsi alla vita civile. Quindi, presso il centro, vengono effettuate sedute ed esercizi psico-attitudinali per abilitarli alla vita al di fuori dell’esercito. Questa parte è il passato ed è ambientato nei giorni nostri mentre il futuro, il 2022, vene Heidi lavorare come cameriera in un ristorante, priva dei ricordi riguardanti il suo periodo lavorativo presso il Centro. Un agente del dipartimento di difesa irrompe nella sua vita per avere informazioni aggiuntive sul progetto Homecoming. Heidi, sospettosa nei suoi confronti, caccia via l’agente. Tuttavia, quest’ultimo è colpito dalla “mancanza di ricordi” della donna ed inizia a investigare maggiormente sul Centro.
Lo show si alterna tra passato e presente fino a convergere in un’unica timeline nelle ultime puntate. Le due linee temporali sono bilanciate e hanno elementi comuni che le contraddistinguono. La musica ha un’importanza notevole ed è pensata per rafforzare e sottolineare gli snodi narrativi e si adatta in base all’ambientazione, passata o presente. Dal punto di vista visivo vengono utilizzati degli espedienti atipici come gli slipt-screen (prevalentemente nella parte del passato per le telefonate tra Colin, capo del progetto, e Heidi) e delle transizioni di raccordo che spesso esaltano la duplice timeline, mettendo in parallelo scene simili ma di diverso tempo.
Homecoming ha una costruzione lenta, quasi da dramedy e con molti personaggi che sembrano usciti da dei film dei fratelli Coen. Sfaccettati molto bene, si muovono in una storia quasi hitchcockiana con un climax che raggiunge il suo apice verso la fine con lo svelamento del mistero e con la risoluzione emotiva da parte della protagonista. Lo show gioca tutto sulla concezione del viaggio, della ricerca di sé stessi attraverso la scoperta della verità. Comprendere e valutare il passato per capire che tipo di persona si è nel presente. La costruzione narrativa incoraggia lo spettatore a seguire lo svelamento di tale mistero e di viaggiare con la protagonista alla scoperta della verità. Un percorso psico-emotivo costruito per step ben congegnati con una struttura ben delineata. Inoltre, tratta dei traumi in modalità duale, ribaltando la prospettiva tra passato e presente: Heidi prima si batte per aiutare i veterani a superare i loro traumi derivanti dalla guerra, ma, nel presente, è proprio lei che ha dei problemi da affrontare e da risolvere. Perciò, lo show fa emergere che ognuno ha delle ferite, dei colpi da superare e che bisogna trovare un modo per superarli.
La serie è un ottimo prodotto seriale. Atipico, pieno di sfaccettature e con riferimenti sia alti che bassi. Adatto a tutti, presenta una storia complessa attraverso una costruzione leggera e che gioca in modo perfetto tra due piani temporali. Intrattiene ed è in grado di creare curiosità ed empatia. La ricerca della verità è marcatamente relativa e il viaggio di Heidi ci permette di riflettere sul nostro percorso di crescita, facendo riaffiorare ricordi (sia belli che brutti) che hanno avuto un’importanza significativa nel nostro percorso.
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