Quando Jordan Peele descrive la possibilità irripetibile di far rivivere Twilight Zone seguendo le orme del produttore-presentatore Rod Serling, lo fa sembrare un sogno che diventa realtà. Questo non vuol dire che sia sempre un bel sogno.

Parlando al panel di Paleyfest, Peele ha messo in luce il lancio imminente di una nuova iterazione di The Twilight Zone e ha aggiunto che la prospettiva di raggiungere i successi di Serling dentro e fuori dallo schermo sembra a volte, un’esperienza extracorporea: “Ci si sente come se si stesse vivendo in un episodio di The Twilight Zone. Se è così, si spera non si tratti di un episodio da fine del mondo o con un ragazzino spaventoso”.

Lo show, ormai un cult assoluto della televisione mondiale, ha un suo format, una sua sigla ed è un marchio molto riconoscibile, anche a coloro che non conoscono la serie. Il suo nome, la sua musica e molti dei suoi personaggi (inclusa la monotona narrazione di Serling) sono diventati parte del lessico americano. Nel 2013, la WGA l’ha definita la terza migliore sceneggiatura scritta nella storia della televisione (dietro a The Soprano e Seinfeld) mentre TV Guide l’ha classificata come la quinta migliore serie televisiva nella storia della trasmissione. Peele ha ammesso che la vastità del successo, della statura e dell’eredità dello show originale, gli ha fatto dubitare che la serie dovesse essere ripresa per il 21° secolo.

Peele ha detto che ha finalmente ha superato le sue trepidazioni quando ha capito che c’era una “positività sottostante” nella serie originale e un sense of humor che è spesso escluso dai tributi retrospettivi che si soffermano sui suoi aspetti più taglienti. L’umorismo dello show è stato un punto d’appoggio per Peele, che ha un sacco di esperienza comica, grazie ai cinque anni trascorsi in una serie antologica molto diversa con Mad TV e una serie di sketch per Key & Peele su Comedy Central.

“Una delle cose che mi ha aperto questa scoperta è la consapevolezza che Serling è un umorista”, ha rivelato Peele. “Pensiamo a lui come a un maestro dell’horror  e della fantascienza, ma ha un tono di commedia perfetto … nel pensare al suo tono, siamo arrivati ​​a questa cosa che abbiamo chiamato “l’occhiolino di Serling”. Uno dei più grandi episodi, “To Serve Man”, è fondamentalmente un gioco di parole per adulti, sapientemente realizzato in questa storia terrificante che si sviluppa di fronte a te e alla fine sei lì con essa. Solo anni dopo mi resi conto di quella specie di sciocco, divertente scherzo con della satira. Questo ha dato grande energia allo show. Non bisogna dimenticare che in The Twilight Zone tutto può succedere”.

Il lancio della serie il primo di aprile e la presenza di Seth Rogen in uno dei primi episodi sembra suggerire che si potrebbe virare sull’umorismo. La serie originale aveva delle sfumature comiche in alcuni episodi, tra cui uno del 1960 intitolato “Un mondo di sua proprietà”, interpretato da Keenan Wynn, e un altro del 1963 “Cavender is Coming”, che vedeva protagonista una giovane Carol Burnett.

“In origine, no, non volevo essere il narratore”, ha ammesso Peele. “È terrificante entrare nei panni di un personaggio così iconico, un maestro. Sembrava presuntuoso indossare i panni del grande Sterling. Ma un’altra cosa che faceva parte del DNA dello show era Rod, un produttore importante, una presenza importante [come ospite] e alla fine va bene così; è una di quelle situazioni in cui ti chiedi: ‘Per quanto tempo ti tirerai indietro dall’opportunità di una vita?'”.

Fonte: Deadline

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