1938 Diversi è un documentario di Giorgio Treves, presentato fuori concorso alla 75°edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

La pellicola è di breve durata, poco più di un’ora, e racconta l’ascesa dell’antisemitismo in Italia durante il periodo fascista. Ottant’anni dopo la promulgazione delle Leggi Razziali, il 18 settembre 1938, la storia analizza, attraverso le interviste ad esperti e testimoni, il passaggio all’antisemitismo. Tali leggi, ghettizzarono il popolo ebraico che non era ritenuto più italiano e di razza ariana.

L’Italia, prima di tali leggi, era uno dei paesi più tolleranti verso il popolo ebraico grazie all’emancipazione del monarco Carlo Alberto che, visto il loro contributo nelle Guerre d’Indipendenza, nel 1948, concesse uguali diritti civili, facendoli ottenere una parità con i cittadini del neo-nato stato Italiano.  Un grande passo in avanti che portò all’inserimento pacifico del popolo ebraico in Italia. 

Dopo anni e anni, gli ebrei Italiani erano Italiani e hanno manifestato il loro attaccamento alla patria combattendo nella Prima Guerra Mondiale e in altri conflitti.

Il regime fascista non si prefissò subito di ghettizzare gli ebrei, fu un lungo percorso e che venne promulgato attraverso l’utilizzo massiccio della propaganda.

Il documentario racconta questo cambiamento e dell’importanza della propaganda per veicolare il messaggio antisemita. Attraverso il potente mezzo di comunicazione, il regime fascista creò dei meccanismi persuasivi avversivi verso il popolo ebraico e verso tutti coloro che non erano ariani.

1938 Diversi, per narrare la vicenda, utilizza vignette, giornali, disegni d’epoca per fornire esempi concreti dell’imponente macchina comunicativa messa in piedi dal ministero della propaganda. Il documentario sfrutta questi riquadri grafici, animandoli e fornendo maggior incisività al racconto. Quindi le vignette, i disegni sono animati e hanno una parte importante per raccontare la ghettizzazione ebraica. Ma non solo, a livello narrativo, oltre alle vignette grafiche d’epoca, il documentario utilizza una narrazione su più piani. Ci sono le interviste ad esperti e a reduci dell’epoca e video di repertorio, il tutto è intervallato da attori che leggono/recitano (Roberto Herlitzka, Stefania Rocca etc) le parole di Mussolini, Montanelli, Almirante, e leggendo anche le disposizioni amministrative, le dichiarazioni e i diari, così da dare un corpo e un volto a quelle parole terrificanti.

La pellicola è un ottimo prodotto documentaristico. Ricostruisce in maniera semplice e comprensibile la parabola antisemita dell’Italia Fascista, attraverso un racconto avvalorato da reduci, esperti, storici che analizzano e valutano la vicenda, portando lo spettatore ad una riflessione ed elaborazione dell’intero percorso. Analisi non solo della pura vicenda storica ma anche dei linguaggi utilizzati per promulgare una diversità priva di qualsiasi fondamento scientifico. Narrare una triste vicenda del passato per porre l’attenzione al plumbeo presente e per divulgare alle nuove generazioni che tali fatti possono nuovamente ritornare a galla e che bisogna conoscere il linguaggio propagandistico per estirpare, alla fonte, comportamenti fasciste.

Un film da guardare e da valorizzare.    

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