The Generi è la nuova serie tv comica di Maccio Capatonda. Si tratta di una comedy composta da una stagione breve, solamente otto puntate da 20/25 minuti ciascuna, dove il comico esplora i generi cinematografici, realizzando delle divertenti parodie. Lo show è un nuovo prodotto seriale di Now TV, della piattaforma Sky, per Sky Generation. Ogni puntata esplora un genere cinematografico diverso: Western, horror, fantasy, commedia sexy all’italiana, supereroistico, quiz, noir.

L’incipit è molto semplice. Gianfelice Spagnagatti è un quarantenne che vive da solo; non esce mai, lavora come giornalista di recensioni cine-televisive e non ha vita sociale. Ordina il cibo e sta incollato davanti alla tv, giorno e notte. Una zona di confort, dalla quale Gianfelice non ha intenzione di schiodarsi.  L’unica persona che lo frequenta è Luciana che però lo incolpa di aver paura di tutto e di non aver ambizioni. Luciana è indecisa se trasferirsi per una posizione lavorativa migliore e chiede a Gianfelice di “svegliarsi” e di esternare i suoi sentimenti, ma quest’ultimo, impaurito, si nasconde nel bagno, dando vita alla serie.

Già dal plot si può intuire la chiave umoristica e parodistica della società contemporanea, dove, al giorno d’oggi, molte persone si creano bolle confortevoli e si adagiano sulla tecnologia per rinchiudersi in casa, senza mai mettere piede al di là delle mura domestiche.  In fondo, perché uscire a comprare le cose quando posso ordinarle a casa? Perché lavorare fuori quando, con internet, ci sono professioni casalinghe? Questa auto-reclusione rende le persone impaurite e incapaci di farsi carico di certe responsabilità, di vivere una vita che va oltre la zona domestica. La professione di Gianfelice è un riferimento voluto all’attuale società di giovani (e mono giovani) che si eclissa dalla società per vivere attraverso un monitor, uno schermo che dà sicurezza ma che limita lo sguardo. Un distacco sociale che rende le persone incapaci di creare legami umani ed emotivi. Tutto ciò si può leggere anche alla proliferazione di spettatori di binge watching che, durane i giorni liberi, si rinchiudono in casa per guardare, tutto il giorno, le serie tv o i film.

Ritornando alla trama: dopo che Gianfelice scappa in bagno, viene catapultato nel mondo dei generi. Un sogno palpabile che lo mette in gioco in prima persona. Un mondo-onirico all’interno dei generi cinematografici, che Gianfelice conosce bene, e che lo costringere a vivere, in prima persona, determinate situazioni. Lui, sempre pauroso e senza mai prendere delle decisioni, è costretto a superare le sue fobie per riuscire a tornare a casa. In questo modo diventa il protagonista della sua stessa vita.

Maccio Capatonda conferma di essere un autore istrionico e con sguardo fisso verso l’attualità. Infatti, i generi cinematografici vengono spolpati dagli stereotipi narrativi e dagli archetipi che li costituiscono e vengono riempiti da soluzioni parodistiche che sono lo specchio della società contemporanea. Stratagemmi diegetici che hanno una dualità: da un lato portano avanti la storia di Gianfelice e fanno crescere il personaggio, creando un suo arco narrativo, un suo viaggio dell’eroe, mentre, dall’altro lato, sbeffeggiano la società e il cambiamento evolutivo, non sempre in positivo.

The Generi ha una struttura narrativa cronologica e ha un protagonista consapevole di essere entrato in un mondo onirico. Un sogno ad occhi parti che delle leggi e una struttura ben definitiva che “costringe” ad andare avanti. Un percorso a tappe, fatto di livelli, dove per “vincere” bisogna superare gli ostacoli. Una struttura che strizza l’occhio ai videogiochi dove il personaggio ha libertà di muoversi entro certi vincoli, altrimenti, se vuole superare la storia, è costretto a “ritornare sui suoi passi” e “sottomettersi alla diegesi” . Tuttavia la serie funziona per alti e bassi. Non tanto per la sua struttura ma quanto per la de-costruzione dei generi, non sempre riuscita. Infatti, le parti migliori sono quando il genere viene rielaborato, sfruttando le sue stesse caratteristiche. Infatti, gli archetipi delle singole categorie vengono mantenuti e “addomesticati”, “parodiati” ma mai demoliti. Stereotipi classici che ogni genere ha e che presentano pregi e difetti.

A livello produttivo e realizzativo, The Generi è fatta benissimo. Ogni episodio presenta un’ambientazione diversa e ogni stile registico e fotografico si adegua al genere proposto. Dark per i supereroi, Notturna/Foresta per l’horror, bianca e colorata per la commedia sexy, e così via. Si tratta di un esperimento seriale che funziona a tratti, ma che mostra più lati positivi che negativi, in quanto, complessivamente, vista anche la sua natura breve, fa divertire lo spettatore scherzando con lui e di lui. Tanti elementi meta che associati alla bravura di Capatonda, nonostante sia meno graffiante del solito, rendono The Generi una buona serie comedy italiana.

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