“ISIS, TOMORROW. The lost souls of Mosul”, il documentario di Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi, sarà presentato alla 75esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, in Selezione Ufficiale, Fuori Concorso.

Prodotto da FremantleMedia Italia con Rai Cinema, in collaborazione con Bayerischer Rundfunk con Arte, in coproduzione con Wildside e Cala Film Filmproduktion, “ISIS, TOMORROW” cerca una risposta alla domanda su cosa significhi essere un figlio dell’Isis in un paese – l’Iraq – che ha combattuto una guerra priva di pietà. Nell’ideologia dell’Isis i bambini sono l’arma più efficace per portare nel futuro l’idea di un grande Califfato universale: eredi di un unico obiettivo, creare un mondo diviso a metà, da un lato gli jihadisti e dall’altro lato gli infedeli da sterminare.

“ISIS, TOMORROW” ripercorre i lunghi mesi della guerra attraverso le voci dei figli dei miliziani addestrati al combattimento e a diventare kamikaze, e segue i loro destini nella complessità del dopoguerra, un dopoguerra di vedove bambine e ragazzi marginalizzati, in cui il sangue della battaglia lascia spazio alle vendette e alle ritorsioni quotidiane, alla violenza come sola risposta alla violenza.

Sarà in grado l’Iraq di accettare i figli dell’Isis come propri figli, di perdonare le loro madri, di riconciliare le anime del paese? Questo l’interrogativo dei due autori, la reporter e giornalista Francesca Mannocchi e il fotografo Alessio Romenzi.

Scritto e diretto da Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi, che ne hanno curato anche la fotografia, ha il montaggio di Emanuele Svezia e Sara Zavarise e le musiche originali di Andrea Ciccarelli. È una produzione FremantleMedia Italia con Rai Cinema, in collaborazione con Bayerischer Rundfunk con Arte, in coproduzione con Wildside e Cala Film Filmproduktion, prodotto da Lorenzo Gangarossa e Gabriele Immirzi. La distribuzione internazionale è di Cinephil.

Francesca Mannocchi, reporter e giornalista, collabora da anni con numerose testate italiane e internazionali e televisioni. Il suo lavoro si concentra sul racconto di migrazioni e zone di conflitto.  Ha realizzato reportage da Iraq, Libia, Libano, Siria, Tunisia, Egitto, Afghanistan. Ha seguito e raccontato la difficile transizione postrivoluzionaria in Libia, le guerre a Gaza, il colpo di stato in Egitto nel 2013, le guerre per liberare Sirte e Mosul dall’occupazione dell’Isis. Ha vinto il Premio Giustolisi con un’inchiesta sul traffico di migranti e sulle carceri libiche e il Premiolino 2016, il principale premio giornalistico italiano.

A gennaio uscirà il suo primo libro: Ciascuno porti la sua colpa, edizioni Laterza.

Alessio Romenzi, fotografo. Le sue foto appaiono sulle pagine delle maggiori testate internazionali: Time Magazine, International Herald Tribune, Los Angeles Times, Newsweek, L’Espresso, Der Spiegel, Paris Match and Stern. Il suo lavoro si focalizza su guerre e fenomeni migratori. Ha raccontato le primavere arabe prima di dedicarsi al conflitto siriano. È stato uno dei primi fotografi in grado documentare le proteste contro il regime di Bashar al Assad e poi la guerra di Siria. Recentemente si è dedicato al fenomeno migratorio in Libia e alle guerre per liberare Sirte e Mosul dall’occupazione dell’Isis. Ha vinto il World Press Photo e numerosi altri premi internazionali tra cui Picture of the Year, Premio Baldoni, Premio Dolega.

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