Il festival bolognese Biografilm porta, in anteprima italiana, uno dei film più apprezzati dell’ultima kermesse di Cannes, Summer (Leto) del regista russo Kirill Serebrennikov. Si tratta di una pellicola molto particolare, quasi in toto in bianco e nero e con un formato particolare (molto panoramico, aspect ratio –  2.71:1). La storia è molto semplice: Leningrado. Anni Ottanta. In una Russia ancora in pieno regime comunista, si intrecciano le vite tra due musicisti di diverse generazioni: il giovane Viktor e l’adulto Mike. I due sono accumunati dalla passione per la musica rock occidentale: David Bowie, Lou Reed, i Sex Pistol, Mark Bolan e Iggy Pop sono i loro idoli: rivoluzionari, eccentrici, dissacranti e vere e proprie icone musicali. Mike e Viktor sognano la libertà di espressione nella Russa Comunista attraverso il fare rock e seguendo lo stile di vita dei loro idoli musicali. Un regime oppressivo dove non è possibile manifestare la propria creatività seguendo uno stile di vita occidentale. Infatti, i due sognano di fare rock in un periodo dove inseguire virtù filo-americane poteva costare la vita. Quindi il fare rock era osteggiato e ostacolato dalle forze dell’ordine del regime.

Summer è, anche, un racconto di formazione in quanto il rapporto che si crea tra Mike e Viktor è di maestro e allievo. Mike prende sotto la sua ala il giovane e lo contamina con le sue passioni rock, influenzandone lo stile e spingendolo ad adottare uno stile di vita più libero ed ideologico. Fare canzoni per gli altri, per far emergere la propria espressione creativa e fornire spunti allegorici e dissacranti attraverso l’arte musicale. Virtù rockettare da perseverare. In più, tra i due, a fare da unione “romantica” c’è anche la moglie di Mike che inizia a provare un sentimento amoroso per il giovane cantautore.

Summer, essendo un film biografico, racconta la storia di loro tre in modo molto diretto e semplice. Le licenze “poetiche” sono state inserite per mettere in luce la tematica, il fare rock nel regime comunista, e per far emergere i sentimenti e le introspezioni psico-fisiche dei protagonisti. Dal punto di vista visivo, tutto ciò è evidenziato dall’utilizzo di animazioni/illustrazioni extra-diegetiche che scandiscono la storia e fungono da veri intermezzi musicali. Immagini di ribellione e di rivoluzione, scandite da tracce seminali del rock degli anni Ottanta (The Passengers, Children of a Revolution e molti altri).  In particolare, in tutta la pellicola ci sono dei “videoclip” che rappresentano delle scene “false, mai successe” ma che i protagonisti “avrebbero voluto fossero vere”. Momenti di vita impossibili da espletare in pubblico in quanto inadeguati al regime comunista. Queste scene musicali vengono utilizzate in maniera differente ma perlopiù rappresentano la visione interna dei personaggi ma sono anche dei “what if”. Sono parti che servono a mitizzare il rock, a renderlo eroico ma, dall’altro lato, mostrano personaggi che non agiscono in maniera proprio eroica. Si muovono sulla superficie, in modo lento e agendo con circospezione. Lo sognano e lo venerano ma sono consapevoli che essere rockstar nella Russia comunista, sarà impossibile.

I personaggi si muovono in un limbo malinconico in quanto la mancanza di espressione verso il rock, gli impedisce di essere sé stessi. Una costrizione che li porta a nascondere la loro vera anima, reprimendo il loro desiderio musicale. Sono costretti a conversare con amici fidati e venire a patti con il gestore dei locali per poter suonare. Tale restrizione li rende infelici e incompleti. Non sono liberi e perciò si muovono lungo un’asse malinconica e grigia.

La pellicola è stata girata in toto in bianco e nero, tuttavia, è di natura biografica e, seppur atipica, questo svelamento viene mostrato attraverso delle immagini a colori dell’epoca, girate da persone che frequentavano quel mondo musicale russo. Finzione grigia, allegorica e “meglio della realtà” mentre il reale reso con piccole e brevi immagini di repertorio a colori ed in pellicola. Infatti, il lungometraggio è basato sulle memorie della moglie di Mike e la loro storia viene resa in modo efficace e anticonvenzionale da Serebrennikov. Contrasti che rendono Summer un prodotto atipico e rigoroso. Film sulla libertà d’espressione e sulla libertà dell’arte.

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